Redazione

La proposta della Cappellania dei migranti in preparazione alla Pasqua prende come spunto il sussidio dell’Arcivescovo sull’impegno dei cristiani nella società. Le catechesi dei ragazzi sono aperte anche agli italiani: potranno così essere un’occasione di crescita nella fede e insieme di integrazione.

«Aiutare i cristiani di altre nazionalità a riscoprire il valore della loro fede nella vita concreta». È questo il senso della proposta quaresimale della Cappellania dei migranti, spiegato da don Alessandor Valvassori, cappellano vicario: «L’intenzione è fornire un aiuto – prosegue don Alessandro – per vivere la religiosità non solo come una forma di devozione, anche gioiosa, ma che rimane confinata all’interno del tempio. Essere cristiani impegnati significa soprattutto vivere la fede secondo le responsabilità che ciascuno ha nella sua vita». Per questo la traccia delle catechesi sarà il sussidio dell’Arcivescovo I cristiani nella città: per dare forma a un sogno. L’appuntamento è il sabato pomeriggio, a partire dalle 17.30 nella chiesa di Santo Stefano ed è rivolto in particolare ai sudamericani. Ma ciascuna comunità etnica, nella propria cappellania di riferimento, vivrà delle catechesi particolari, sempre a partire dal sussidio del cardinal Tettamanzi.

La Quaresima degli stranieri prevede poi alcuni momenti forti per ragazzi di diverse nazionalità. Si tratta del ritiro adolescenti, che si terrà la terza domenica di marzo nella parrocchia di San Pietro ad Abbiategrasso, e di quello per diciottenni e giovani, che sarà ospitato nella parrocchia di Sant’Arialdo a Baranzate di Bollate. Il tema proposto è la testimonianza, cioè il significato dell’essere cristiani fuori dalla Chiesa. «Sono pensati come momenti di integrazione – spiega don Alessandro -: a tenere gli incontri saranno i parroci e i coadiutori delle parrocchie ospitanti. L’invito sarà dunque esteso ai ragazzi italiani di quelle comunità e a tutti gli oratori della città che vorranno partecipare». Appuntamento ormai tradizionale è infine il ritiro di Pasqua, sempre rivolto ai giovani stranieri, che come ogni anno sarà nei giorni del Triduo presso l’eremo di Cerbaiolo, in Toscana. «Sono tutti momenti molto attesi e molto frequentati – conclude don Alessandro -. In genere, tra stranieri e italiani, vi partecipano un centinaio di ragazzi». (s.c.)

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