Questa l’indicazione dell’Arcivescovo al Consiglio pastorale diocesano, insediatosi nella sua rinnovata composizione e chiamato a riflettere sull’Anno Santo
di suor Anna MEGLI
«Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla Misericordia per diventare noi stessi segni efficaci dell’opera del Padre. Ho indetto proprio per questo un Giubileo straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti». (MV, 3)
Il Consiglio pastorale diocesano, rinnovato in un gran numero dei suoi componenti, si è ritrovato presso Villa Sacro Cuore di Triuggio per la prima sessione di quest’anno pastorale, invitato a riflettere sul Giubileo. Dopo aver riscoperto, attraverso la parola autorevole dell’Arcivescovo, il senso di una partecipazione al Consiglio e soprattutto aver ripetuto il compito fondamentale dell’essere di aiuto all’Arcivescovo stesso, l’assemblea ha ascoltato con attenzione la relazione di don Pino Marelli, delegato arcivescovile per il Giubileo.
Oltre a presentare l’opera della commissione e le varie scelte operative fatte dalla Diocesi, don Marelli ha messo in luce le tre attenzioni indicate dal Papa: i fedeli vicini con cammini di conversione e di misericordia; i lontani e le periferie; la comunione con le altre religioni, in particolare con l’Ebraismo e l’Islam (MV,23)
Nella riflessione comune fatta dalla commissione, sono emerse alcune indicazioni da valorizzare nell’arco dell’Anno Santo: si ritiene utile, ha ricordato don Marelli, valorizzare e sostenere le tante opere di misericordia presenti sul territorio, sia nell’ambito ecclesiale, sia nell’ambito sociale. È necessario inoltre aprire gli occhi su tante persone lontane dalla vita ecclesiale, ma presenti e generose nel servizio della carità e del volontariato, e ricercare il modo di dare dignità al loro servizio, dire “grazie” per la loro generosità e invitarli al cammino di misericordia dell’Anno Santo. Siamo chiamati anche a dare attenzione e trovare proposte adeguate per tante categorie di persone che, o per professione o per volontariato, operano in tanti settori concernenti la misericordia.
Durante la giornata si sono poi succedute riflessioni e testimonianze da parte dei consiglieri, sono stati eletti gli organismi interni al Consiglio (la giunta, le commissioni di preparazione delle sedute, la commissione per lo statuto), fino al termine della mattinata, quando il cardinale Scola, chiudendo la seduta, ha suggerito che il Giubileo sia come un “filo rosso” che tiene insieme tutte le espressioni della vita in atto nelle nostre comunità e a livello diocesano. Ha invitato soprattutto i consiglieri a farsi portavoce delle iniziative della Diocesi ed elementi di comunione tra la Diocesi e le comunità locali. Il Cardinale è passato poi a rilevare l’esperienza già iniziata delle visite pastorali: se il Giubileo è filo rosso, la visita pastorale è il tentativo di aiutare tutte le nostre comunità. È chiamata feriale poiché si apre con un ascolto in assemblea col Vescovo alla quale possono partecipare tutti, non solo i Consigli pastorali, e che poi prosegue rispettando i bisogni del singolo Decanato sotto la guida del Vicario episcopale e dei Decani ed è conclusa dalla decisione di una comunità guidata dal sacerdote e dal Consiglio pastorale circa il passo da compiere.
I consiglieri si sono quindi salutati ricordando le prossime date dei consigli (27-28 febbraio e 22-23 aprile) e tenendo come riferimento che «la Chiesa ha la missione di annunciare la Misericordia di Dio» (MV, 12.).