In Duomo l’Arcivescovo ha celebrato la Messa crismale. Tra gli oli benedetti anche l’“Olio di Capaci”: «Dallo strazio di uomini al servizio del bene comune sorge un principio di speranza»
È terminata poco fa in Duomo la Messa crismale presieduta dall’Arcivescovo, in cui tradizionalmente tutti i presbiteri rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione e durante la quale vengono benedetti gli oli santi del Crisma, poi consegnati ai Decani per essere portati nelle parrocchie e nelle cappelle ospedaliere della Diocesi.
Nell’omelia monsignor Mario Delpini ha ricordato che «nella Chiesa tutti i battezzati sono pietre vive, sono chiamati per essere mandati a portare il lieto annuncio ai poveri. (…) La corresponsabilità di tutti per la missione si vive nella vita ordinaria, si vive negli ambienti del quotidiano, come testimonianza, come il rendere ragione della speranza che è in noi. Tutti i battezzati, ma in modo particolare i laici, uomini e donne, sono mandati per essere testimoni là dove vivono, lavorano, coltivano i loro affetti e la loro gioia, attraversano le loro tribolazioni e si prendono cura dei fratelli e delle sorelle».
L’aiuto delle Assemblee sinodali
Tuttavia, ha sottolineato l’Arcivescovo, «si deve riconoscere che lo spirito missionario delle nostre comunità stenta a trovare i linguaggi, si esprime con timidezza, persino con imbarazzo, quasi che l’ideale sia essere cristiani senza dirlo, senza dire Gesù». In questo senso, ha continuato, possono essere di aiuto le Assemblee Sinodali Decanali che si stanno configurando in Diocesi: il loro scopo, infatti, è «imparare lo stile, il linguaggio, le vie della missione quotidiana da parte di tutti».
Diaconi e sacerdoti
Dopo un riferimento ai ministeri laicali del Lettorato, dell’Accolitato, del Catechista, che saranno istituiti secondo le indicazioni del Papa e della Conferenza Episcopale Italiana nel corso di questo anno pastorale, monsignor Delpini si è rivolto a diaconi e sacerdoti.
A proposito dei primi, l’Arcivescovo ha affermato di «cogliere con una certa frequenza una specie di imbarazzo a proposito del rapporto tra preti e diaconi, come se i due gradi del ministero ordinato avessero un principio di incompatibilità. Ma il diacono, come il presbitero, è collaboratore del vescovo per la missione». E rivolgendosi ai sacerdoti, ha continuato: «Ho molte ragioni per una stima profonda e una immensa riconoscenza per i preti. (…) Essere preti significa, prima di ogni ruolo e potere, appartenere al presbiterio diocesano. L’appartenenza al presbiterio comporta la recezione delle proposte diocesane, la pratica sinodale delle decisioni, la cura per la fraternità dei rapporti».
La benedizione degli oli
Tra gli oli benedetti durante la Messa Crismale, erano presenti quest’anno anche oli provenienti dal “Giardino della Memoria di Capaci”, a Palermo, dove nella zona in cui 31 anni fa vennero uccisi il giudice Falcone, la moglie e tre agenti della scorta è stato piantato un uliveto: «Da quegli ulivi – ha spiegato l’Arcivescovo – si ricava dell’olio che quest’anno è stato consegnato dai Questori a tutte le Diocesi d’Italia. È un segno di quell’olio di letizia che attesta che il bene vince sul male, che dalla terra bagnata dal sangue e dallo strazio di uomini al servizio del bene comune sorge un principio di speranza».
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