Le testimonianze dei diaconi ambrosiani che diventeranno preti a giugno dopo il pellegrinaggio a Roma e l’incontro con il Pontefice: «Le sue parole ci hanno confermato ancor più nella scelta di donarci al Signore»
di Ylenia
SPINELLI
L’incontro con il Papa durante l’udienza generale e, in forma privata, in Casa Santa Marta, è da sempre il fulcro del pellegrinaggio a Roma dei diaconi ambrosiani prossimi all’ordinazione. È stato così anche quest’anno per i 15 candidati al sacerdozio e per un seminarista del Nicaragua, ospite presso il Seminario di Venegono, accompagnati nella Capitale dal rettore don Enrico Castagna e dal padre spirituale, don Luca Andreini.
Davvero ricco di incontri e di visite il programma del pellegrinaggio, svoltosi dal 13 al 17 febbraio, che ha avuto inizio dalla Scala Santa e dal Sancta Sanctorum, sotto la guida di monsignor Ennio Apeciti, rettore del Pontificio Seminario Lombardo, e si è concluso con la celebrazione eucaristica all’altare della tomba di San Pietro, presieduta dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin.
Il significato
«Diversi sono gli obiettivi del tradizionale pellegrinaggio che precede l’ordinazione – spiega il Rettore del Seminario di Milano -. È infatti un’occasione per essere confermati nella fede, per sentirsi particolarmente chiamati a servire, per respirare l’universalità della Chiesa, il tutto in un clima di preghiera e fraternità».
Le voci e le emozioni
Per i candidati al sacerdozio, che verranno ordinati il prossimo 10 giugno, sono stati giorni intensi dal punto di vista spirituale. «Sono stato a Roma tante volte – racconta Matteo Biancardi -, ma questa volta è stato diverso. Incontrare papa Francesco e tanti Cardinali mi ha fatto sentire accompagnato e custodito dalla Chiesa». E poi aggiunge: «Sono entrato in Seminario ascoltando il discorso del Papa durante la Giornata mondiale della gioventù del 2016, perché quelle parole mi hanno convinto a mettere in gioco la mia vita per Gesù. Oggi, a quattro mesi dall’ordinazione, le parole di papa Francesco mi hanno caricato e confermato ancora di più nella scelta di donarmi al Signore».
I candidati hanno ascoltato la catechesi del mercoledì, in aula Paolo VI, sul tema dell’evangelizzazione, «su quel rapporto continuo tra l’andare e lo stare con Gesù – sintetizza Riccardo Bombelli -, perché non c’è andare in missione, senza stare con Gesù, e non si può stare con lui, senza essere davvero missionari».
Durante l’incontro privato del martedì pomeriggio, durato circa un’ora e mezza, i diaconi hanno rivolto diverse domande a papa Francesco, chiedendogli consigli in vista del ministero: «Le parole che ci ha detto le custodiremo per sempre nel nostro cuore – racconta ancora Riccardo -. Posso dire però che ci siamo sentiti davvero accolti dal Papa, ha una grazia che ti tocca dentro. Ci ha ricordato che il prete deve essere un uomo di misericordia, vicino a Dio nella preghiera, in profonda comunione con il vescovo, con i confratelli e con il popolo di Dio che gli è affidato».
Aggiunge il Rettore: «Non sono mancati i racconti e le testimonianze del recente viaggio in Congo e Sud Sudan. Il Papa ci ha manifestato la sua preoccupazione per le tante guerre e per la situazione in Ucraina, invitandoci a pregare per la pace».
Tra gli altri incontri, i candidati ricordano quello con il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità, che ha parlato dei suoi viaggi in Ucraina per manifestare la vicinanza fattiva del Papa e dell’opera della Santa Sede in favore delle popolazioni di Turchia e Siria, provate dal terremoto.
Padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, si è invece soffermato sul Papa emerito, recentemente scomparso, sulla sua persona e sulla profonda comunione tra i diversi Pontefici e Pontificati.