Nel Duomo lariano il neo-porporato ha presieduto il Pontificale per la festa del patrono Sant’Abbondio. Tra i presuli concelebranti l’Arcivescovo, che gli ha rivolto questo augurio: «Il tuo servizio possa essere di aiuto al Papa»

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Il cardinale Cantoni e l'Arcivescovo a colloquio

di Annamaria Braccini

«Il Papa chiede a noi, in particolare ai cardinali, di dedicarsi senza risparmio, di lavorare per la Chiesa, di servire la Chiesa, come hai detto tu fino al sangue. La Chiesa universale. ciascuno di noi, per forza di cose, si concentra molto sulla sua diocesi, ma questo amore per la Chiesa deve raggiungere tutti, deve preoccuparsi di tutte le situazioni drammatiche in cui i cristiani sono perseguitati, in tutti i luoghi dove la fede si spegne: abbi a cuore la Chiesa universale. Quindi voglio farmi voce di tutti i vescovi lombardi, anche quelli che oggi non hanno potuto esserci, per dire l’affetto al Papa Padre e la gratitudine e per augurare a te che il tuo servizio possa essere veramente di aiuto al Santo Padre».

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L’Arcivescovo durante il suo saluto

È questo l’augurio che l’Arcivescovo, nella sua veste di metropolita di Lombardia, ha voluto indirizzare al neo cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como al termine del Pontificale solenne presieduto dal porporato a cui papa Francesco ha imposto la berretta cardinalizia il 27 agosto scorso nella basilica di San Pietro.

La festa di Sant’Abbondio

Celebrazione sempre attesa, quella del 31 agosto, giorno nel quale ricorre la festa del patrono della diocesi lariana, Sant’Abbondio, quarto vescovo di Como, ma che ovviamente, in questo 2022, si è colorata di una rilevanza e suggestione ancor più significative, per la nomina cardinalizia di Cantoni. Così come ricordano gli interventi delle autorità civili e militari – tra cui quelli del sindaco Alessandro Rapinese, del Prefetto, del presidente della Provincia comasca e del presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi – che all’aperto, accanto al Duomo, rivolgono la loro parola al presule cui sono accanto il cardinale Francesco Coccopalmerio (che ha introdotto Cantoni nel Collegio dei Cardinali nel corso del Concistoro) e monsignor Delpini.

L’abbraccio tra l’Arcivescovo e il cardinale Cantoni (foto Diocesi di Como)

Entrambi, dopo poco, concelebranti il Pontificale in Cattedrale, insieme ai Vescovi lombardi, ai presuli di altre Chiese locali, come quella della vicina diocesi di Lugano, e all’intero clero di Como rappresentato a tutti i livelli. Un pensiero va anche ad alcuni Vescovi che non hanno potuto intervenire per motivi di salute come il predecessore di Cantoni sulla Cattedra di Sant’Abbondio, monsignor Diego Coletti, e il vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada.

Le parole di Cantoni

«Vorrei che tutti interpretassimo la mia nomina a cardinale non secondo la consuetudine mondana, malattia tanto frequente e comune, che permea il nostro modo di pensare, di sentire e di agire e che fa consistere tutto il senso del vivere nella logica della carriera, della promozione e del successo. Piuttosto auspico che questa mia nuova condizione possa essere intesa evangelicamente, quale occasione privilegiata per servire con impegno il popolo di Dio nelle persone concrete, con le loro storie e speranze, con le loro attese e delusioni, con le loro sofferenze e ferite e promuovendo la loro dignità», dice il vescovo Cantoni dopo i ringraziamenti al Papa e a tutti coloro che gli sono stati vicini negli anni.

Il cardinale Cantoni tra il cardinale Coccopalmerio e l'Arcivescovo

Il cardinale Cantoni tra il cardinale Coccopalmerio e l’Arcivescovo

E aggiunge, in riferimento anche alla dimensione missionaria e al martirio della Chiesa comasca: «La prova della pandemia altro non ha fatto che aprirci gli occhi, catapultati in un mondo completamente nuovo e diverso da quello precedente, che è inutile rimpiangere perché non si ripeterà più. È questa l’ora propizia per un rafforzamento della fede, piuttosto che gettarci nello scoraggiamento, prigionieri del pessimismo».

Insomma, citando papa Francesco come fa il Cardinale, «è tempo di impegnarci decisamente per una immaginazione pastorale, che stimoli la ricomposizione della vita spirituale in nuove forme e per nuovi modi di esistere». Infatti, «non possiamo esonerarci dalla costruzione di un mondo più vicino ai piani di Dio, in compagnia di quanti, nella società civile, si impegnano generosamente e responsabilmente nella costruzione e nella difesa del bene comune, nella promozione della vita, nonostante gli scenari presenti, quali i fenomeni migratori di massa, le guerre, le pandemie, gli squilibri ambientali. Come cardinale sono stato rivestito di un abito di gioia, il rosso porpora. Esso non ha affatto finalità scenografiche per la consolazione dei fotografi, né può venire interpretato come un puro gusto estetico. Il rosso, color sangue, ci ricorda piuttosto che la testimonianza per Cristo deve poter giungere fino all’effusione del sangue».

I Vescovi concelebranti

La memoria di don Malgesini

Non a caso, la giornata del Patrono era iniziata a San Rocco dove, la mattina del 15 settembre 2020, era stato ucciso don Roberto Malgesini, «la cui memoria continua ad affascinare tante persone compreso il Santo Padre come mi ha detto», confida il vescovo di Como che, quel giorno, era accorso tra i primi accanto al sacerdote martire, appena accoltellato.  

Infine, la benedizione papale e la festa della Chiesa di Como che si stringe introno al suo Vescovo, con un applauso affettuoso.

 

 

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