La Messa in San Pietro con Comastri e l’udienza generale con papa Francesco i due momenti centrali del pellegrinaggio diocesano. Sono settemila i partecipanti

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Il pellegrinaggio a Roma, che si svolgerà dal 2 al 4 aprile, è la tappa fondamentale del cammino dei preadolescenti della Diocesi di Milano: faranno esperienza della dimensione universale della Chiesa e, incontrando papa Francesco, potranno esprimere la gioia della fede.

Il pellegrinaggio ha due momenti centrali. Il primo in ordine di tempo, la Santa Messa in San Pietro in Vaticano, martedì 3 aprile, alle ore 10, presieduta dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica vaticana e vicario generale per la Città del Vaticano, e il secondo, l’udienza generale del mercoledì con il Santo Padre, il 4 aprile, alle ore 10.30, in piazza San Pietro.

Per la serata di martedì 3 aprile, inoltre, viene proposto ai preadolescenti un percorso di animazione nelle vie del centro di Roma, con partenza da piazza Venezia (Vittoriano). L’animazione durerà circa un’ora e trenta, con partenze scaglionate dalle ore 18 alle 20. Sarà un cammino a tappe dedicato al tema della pace. La scelta del tema richiama l’attenzione sul 100° anniversario della fine della Prima guerra mondiale. I preadolescenti “giocando” tappa dopo tappa potranno riflettere sulla necessità di una pace che va costruita passo dopo passo.

Ogni gruppo ha organizzato in autonomia il programma delle giornate, del viaggio, del vitto e dell’alloggio, facendo riferimento alle tappe comuni da vivere insieme come occasione straordinaria per ritrovarsi ed essere un bellissimo segno di Chiesa.

Chiusa l’iscrizione a questo pellegrinaggio diocesano a Roma programmato subito dopo Pasqua (sono settemila i partecipanti), per i preadolescenti rimane aperta la scheda di partecipazione al pellegrinaggio ad Assisi dal 29 aprile all’1 maggio. Il pellegrinaggio ha grande importanza all’interno dell’itinerario di accompagnamento perché il viaggio diventa per loro motivo per fare gruppo, vivere in autonomia alcuni gesti che mettono in gioco la fede personale e la capacità di vivere l’amicizia e le relazioni e sentirsi anche parte della Chiesa e di una comunità più grande, a contatto con nuove realtà che non sono abituali nelle esperienze dei ragazzi.

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