Si intitola «Dividere per moltiplicare» il libro di Luciano Gualzetti e Sara Zandrini che riassume le proposte della Caritas sul diritto al cibo, edito da Emi per la collana «Pane nostro»
Esce in questi giorni in libreria Dividere per moltiplicare. La condivisione fa crescere il ben-essere di Luciano Gualzetti e Sara Zandrini (Emi, 64 pagine, 5 euro), libro che riassume le proposte di Caritas Italiana in merito al problema del diritto al cibo, tema direttamente collegato a Expo 2015. Luciano Gualzetti è vicedirettore di Caritas Ambrosiana e vice commissario del Padiglione della Santa Sede all’Esposizione. Sara Zandrini è responsabile della formazione di Caritas Ambrosiana. Il libretto si inserisce nella collana editoriale di Emi intitolata Pane nostro – Pagine da gustare, dedicata ai temi di Expo 2015 e realizzata in collaborazione con l’Arcidiocesi di Milano e la Caritas Ambrosiana. Ecco un estratto del testo.
Caritas opera nella quotidianità come pure nei momenti di crisi – sociale, economica, esistenziale – o nelle emergenze, in Italia e in altri 200 Paesi e territori in cui essa è presente. La problematica legata alla fame riguarda i comportamenti e i gesti che ciascuno di noi compie nella vita di tutti i giorni. Allo stesso tempo è anche una questione che supera i singoli individui, al punto di schiacciarne le vite. Questo impone l’esigenza di una riflessione ampia che evidenzi il problema della relazione tra economia, capacità di organizzazione delle istituzioni e solidarietà. Bisogna operare perché il valore della solidarietà, del condividere, si inserisca come un cuneo e stravolga quella concezione della libertà economica che usa strumentalmente gli individui. Bisogna avere la forza e il coraggio di modificare un sistema sociale dell’economia che si ispira unicamente a logiche di profitto, in cui ciò che domina non è la concezione di una distribuzione adeguata ed equa delle risorse, bensì l’irresponsabile sfruttamento del creato, favorito dall’inadeguatezza totale delle regole del sistema finanziario ed economico: «La finanziarizzazione si è potuta sviluppare perché è stata tollerata o addirittura facilitata in un contesto culturale che favoriva una diffusa deregolamentazione delle operazioni finanziarie. […] Questo sforzo di regolamentazione e di supervisione dei mercati finanziari è certamente necessario”. (A. Scola, Cosa nutre la vita? Expo 2015, Centro Ambrosiano, Milano 2013). […]
L’esigenza di educarci all’umanità ci conduce immediatamente alla riflessione sulla cosiddetta «cultura dello scarto» che papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium evidenzia come una tendenza in atto e che addirittura viene promossa, come ciò che palesa la contraddizione di una parte di mondo che ha troppo, al punto di ammalarsi a causa di quel di più, e di una parte del mondo in estrema mancanza. Una carenza che non è “nelle cose”, ma è piuttosto il frutto di una visione sbagliata e pericolosa in cui la produzione, la commercializzazione e la distribuzione del cibo sono gestite in modo non equo. […]
Risolvere il problema della fame non è dunque una questione semplice. Sicuramente non è solo questione di beneficenza, ma di giustizia per garantire a tutti un’alimentazione adeguata che è tale, come dice l’Onu, solo «quando ogni uomo, donna e bambino, da solo o in comunità con altri, dispone in qualsiasi momento dell’accesso fisico ed economico a un’alimentazione adeguata o ai mezzi per procurarsela». I governi devono creare le condizioni per attuare tale diritto, adottando politiche e provvedimenti che consentano alle persone di coltivare o acquistare cibo a sufficienza: ed è esattamente questo, declinato in ogni Paese a seconda delle condizioni specifiche, che chiederemo a tutti i governi del mondo, compreso quello italiano. Diritto al cibo, diritto ad accedervi, possibilità quindi di coltivare la terra, sono ancora temi controversi nel dibattito internazionale. La sovranità alimentare – che include la tutela dell’accesso alla terra sia ai singoli proprietari, sia alla cosiddetta proprietà “tradizionale” -, il rispetto e la valorizzazione delle biodiversità locali e la disponibilità non brevettata delle sementi, come pure la regolamentazione seria e rigorosa della concessione di terre fertili a imprese straniere, sono temi prioritari a partire dai quali far vivere le parole di papa Francesco e di chi l’ha preceduto.