Il processo avviato da papa Francesco e le sue ricadute nella comunità ambrosiana, dove tutti i fedeli sono chiamati all’ascolto e alla partecipazione

di don Walter MAGNI
Referente diocesano per il Sinodo

sinodalità

L’intera cattolicità è stata convocata da papa Francesco a mettersi in stato di sinodo (syn–odòs – camminare insieme), rievocando nelle Chiese un diritto di parola e di ascolto che sembravano essere ormai dimenticati. Quasi fosse scontato il fatto che solo alcuni avessero il diritto di parlare, restando a tutti gli altri il solo dovere di ascoltare. In questo senso si è avviato un processo sinodale (EG, 223) che, attraverso uno strumento consolidato come il Sinodo dei Vescovi e i cammini sinodali delle Chiese particolari sparse nel mondo, intende attuare un intenso e radicale ascolto di quanto lo Spirito vuole dire ancora oggi, incoraggiando i credenti a saper testimoniare con più convinzione il Vangelo del Signore Gesù.

Il 10 ottobre scorso, dunque, papa Francesco ha avviato la XVIa Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi: «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione», prevedendo una iniziale consultazione diocesana finalizzata a predisporre l’Instrumentum laboris del Sinodo che si celebrerà nell’ottobre 2023. Il 17 ottobre scorso ha pure chiesto che in tutte le Chiese locali del mondo, coordinate dalle proprie Conferenze episcopali, venissero avviati i cammini sinodali diocesani.

Anche la Conferenza Episcopale Italiana (Cei) sta programmando un percorso sinodale per le Chiese in Italia dal titolo «Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita – Per avviare un “cammino sinodale”». Tale percorso accompagnerà inizialmente la fase diocesana del Sinodo dei Vescovi (dicembre 2021 – aprile 2022), ma immaginando un proprio itinerario sino al 2025.

A livello diocesano

Cosa ci è chiesto di fare propriamente a livello diocesano? Anzitutto di prendere atto che nella nostra Diocesi un cammino sinodale è già stato avviato. Su impulso del Sinodo minore Chiesa dalle genti (2018), infatti, sono stati avviati i Gruppi Barnaba che, avendo finalità e procedure organizzative proprie, giungeranno a dare corpo alle Assemblee sinodali decanali.

A tutti, inoltre, è chiesto di mettersi in stato di ascolto sinodale, inserendosi concretamente in questo processo, sentendosi autorizzati a un tempo a prendere la parola e a mettersi in stato di profondo ascolto nelle nostre comunità.

In questo senso l’indicazione della Cei è di collaborare – tra dicembre 2021 e marzo 2022 – alla fase diocesana del Sinodo dei vescovi, riferendosi alle domande che accompagnano le 10 piste di riflessione della Traccia, senza dimenticare la domanda fondamentale: «Come sta avvenendo questo “camminare insieme” oggi nella nostra Chiesa locale, nella nostra comunità parrocchiale, nel nostro gruppo ecc.? Quali passi lo Spirito ci invita a fare per crescere nel nostro “camminare insieme”?» (vedi la Traccia per gli incontri di ascolto sinodale).

Il coinvolgimento dei fedeli

Tutti i fedeli della Diocesi sono invitati a sentirsi parte di questo specifico processo di ascolto sinodale, facendo pervenire – anche organizzandosi in gruppo – i loro racconti e le loro riflessioni entro marzo 2022 al Referente diocesano per il Sinodo (referentediocesanosinodo@diocesi.milano.it). Inoltre tutti i consiglieri del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale diocesano si stanno attivando in questo senso, attenendosi alle indicazioni delle rispettive Commissioni per il Sinodo.

Laddove venissero attivati precisi momenti di ascolto sinodale, ci si attenga nei limiti del possibile alla procedura indicata nei Sei passaggi ideali per un incontro sinodale), curando la preghiera iniziale, una breve esortazione con alcune indicazioni di metodo da parte di chi conduce l’incontro; la proposta di alcuni minuti di silenzio che predispongano all’ascolto e la trascrizione e la consegna di quando è stato detto al Referente per il Sinodo.   

Ci accompagni sempre la consapevolezza che, scopo di questo processo sinodale, non è «produrre documenti, ma far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani» (papa Francesco, Introduzione del Sinodo dei giovani, 3 ottobre 2018).

 

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