Redazione

Intervista di Cristina Conti

Quali sono i compiti dell’area servizio civile della Caritas?
Ci occupiamo da un lato di orientamento, formazione e accompagnamento dei ragazzi nella scelta del servizio più adatto alla loro sensibilità. C’è poi un’attività di raccordo, con le realtà della Caritas e del volontariato, dove i giovani sono impegnati. Teniamo i rapporti anche a livello nazionale con l’Ufficio per il Servizio Civile del governo italiano, che regola l’attività in tutto il territorio della Penisola.

Come avviene il reclutamento dei giovani?
Facciamo innanzitutto attività di formazione e promozione delle possibilità offerte con incontri periodici in Caritas e nelle parrocchie. Segue poi un colloquio di orientamento per capire le aspettative, le motivazioni e gli interessi per arrivare a fare questa scelta in modo consapevole. La possibilità di iniziare il servizio è legata a un bando pubblico: il numero di persone coinvolte dipende dalle condizioni economiche decise dal governo che variano di anno in anno. I criteri poi di selezione dei giovani riguardano titoli, competenze, situazioni e contesti di provenienza. Quando poi inizia l’intervento concreto in una realtà, un referente nel centro aiuta i ragazzi insieme a incontri di formazione che vengono tenuti a livello diocesano, regionale e nazionale per monitorare l’esperienza.

Quali sono le realtà in cui i giovani, che scelgono di intraprendere questa strada, sono chiamati a operare?
Tutti gli ambiti del sociale e dell’emarginazione in cui la Caritas è attiva. Si va dai minori, intesi come bambini che vivono in comunità oppure animazione e doposcuola negli oratori, al mondo della disabilità, dagli anziani, con attività nelle case di riposo, nei centri diurni e di assistenza domiciliare, fino agli immigrati (centri di prima accoglienza, casa per rifugiati, sportelli informativi, come il Sai, servizio assistenza immigrati). Ci sono poi attività per i senza fissa dimora, i tossicodipendenti e i malati psichici, nelle realtà della Caritas. Da qualche anno poi sono partite le esperienze all’estero con i programmi internazionali. Per il momento riguardano Messico, Chapas, Honduras, Nicaragua in America Centrale, Etiopia e Kenya in Africa e Paesi dell’Est, come Romania, Bulgaria e Moldova. Nei prossimi mesi partiranno anche in Turchia.

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