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La firma della Charta Oecumenica è un punto di notevole importanza per le Chiese cristiane di Milano. Se recepito e vissuto concretamente, significa l’attuazione a livello locale degli impegni presi con la firma ufficiale del 2001 a Strasburgo. Ce ne parla l’attuale presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano.

di Tomaso Zanda

Padre Trajan Valdman, sacerdote ortodosso rumeno, è una voce autorevole e conosciuta nel panorama ecclesiale milanese anche per il suo attuale ruolo di presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano. L’abbiamo incontrato alla vigilia della firma della Charta oecumenica che avverrà a Milano sabato 14 aprile nella chiesa di santo Stefano a Milano.

Quale significato ha la firma della Charta Oecumenica per il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano (CCCM)?
La firma della Charta Oecumenica da parte della maggioranza delle Chiese che partecipano al CCCM ha un significato di notevole importanza. Significa l’attuazione a livello locale all’interno delle Chiese di Dio a Milano degli impegni presi con la firma ufficiale del 2001 a Strasburgo. Questi impegni non vogliono mettere tanto in evidenza il fatto che siamo noi che facciamo l’unità, quanto che ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo. Alla fine l’unità visibile delle Chiesa che confessiamo già nel Credo sarà opera di Dio. Siamo convinti che Dio Padre non lascerà non esaudita la preghiera di suo Figlio Nostro Signore Gesù Cristo, che tutti quelli che credono in Lui siano uno.

La firma della Charta fatta insieme significa anche la volontà dei membri del CCCM di rispettare il principio ecumenico che ci dice di non fare più da soli quanto possiamo fare insieme. Una testimonianza comune, una preghiera comune e gli impegni comuni a favore dei bisognosi danno la testimonianza più forte di fronte al mondo dell’unità dei cristiani già uniti nel battesimo fatto nel nome della Santa Trinità. Siamo certi che con l’attuazione degli impegni della Charta Oecumenica si adopererà una ricezione a livello pratico di tante convergenze già realizzate a livello teologico e con questo si afferma che la teologia deve diventare vita. Non deve essere un parlare di Dio, ma un vivere con Dio. Consideriamo che la firma della Charta Oecumenica e l’opera di attuazione con gesti concreti riguardanti i rapporti intercristiani, le altre religioni e il Creato intero aiuteranno le Chiese a conoscersi meglio durante il cammino da fare insieme.

Come si è arrivati a questa firma?
Nei dibattiti delle assemblee del CCCM si è proposto da tempo di istituire momenti forti con cui si dia testimonianza dell’unità della fede che ci unisce. Sono nate le veglie di Pentecoste, le feste del Creato, le partecipazioni alla messa per la pace del 1° gennaio.

Nel momento in cui abbiamo saputo che Osare la Pace per Fede farà confluire giovani a Milano si è posto il problema di fare qualcosa. Mons. Gianfranco Bottoni è stato il primo a proporre di firmare la Charta Oecumenica. E’ un gesto pubblico che dice della volontà di attuarla fra cristiani di Milano e di trasmetterla alla nuova generazione attraverso i giovani di Osare la Pace per Fede.

Quale impegno deriva dalla firma per le Chiese a Milano?
Le Chiese si impegnano a mettere in pratica quanto suggerito nel testo della Charta Oecumenica. Testimoniare insieme Cristo Salvatore. Pregare insieme. Agire insieme. Stabilire rapporti con realtà non cristiane coerenti coi principi del Vangelo.

Quali possono essere i prossimi passi nel cammino ecumenico?
Si continuerà coi momenti di preghiera e riflessione biblica come quelli della grotta di Elia. E’ stata già presa la decisione a livello di Consiglio delle chiese di fare un annuncio kerigmatico, cioè di annunciare insieme la Buona Novella riguardante la salvezza realizzata da Dio Padre nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo. Deve essere un annuncio non solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini. Ricordiamo quello che si sta già facendo: le preghiere verso la Terza Assemblea Ecumenica Europea di Sibiu; la preghiera nelle carceri; gli incontri di preghiera, riflessione e meditazione in occasione dell’importante raduno ecumenico europeo di settembre.

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