Giovedì 4 maggio, in Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, Veglia presieduta dall’Arcivescovo nel novantesimo anniversario di fondazione della famiglia di laici consacrati al servizio della Diocesi

di Claudio Urbano

preghiera

La loro stessa storia racconta la ricchezza e l’imprevedibilità delle strade vocazionali. Nel cammino della Diocesi ambrosiana, infatti, è una famiglia tutto sommato giovane, quella dei Fratelli oblati, il ramo laico della congregazione degli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo. A istituire questa famiglia di consacrati laici fu infatti il cardinale Schuster nel 1932, ma già San Carlo Borromeo – che nel 1578 fondò la congregazione degli Oblati, un gruppo di sacerdoti che offrivano una speciale obbedienza al vescovo per i diversi compiti pastorali – aveva immaginato un gruppo di laici al servizio della diocesi, e in particolare dei più poveri.

Con lo stesso spirito di servizio, nel novantesimo anniversario della loro fondazione, i Fratelli oblati invitano ora tutti i giovani ambrosiani a una Veglia di preghiera per le vocazioni, giovedì 4 maggio alle 20.45, nella chiesa di Santa Maria dei miracoli presso San Celso a Milano, lo splendido santuario affacciato su corso Italia conosciuto anche come «la chiesa degli sposi», che dopo il matrimonio offrivano qui fiori alla Vergine, invocandone la benedizione.

Domande e testimonianze

A guidare la Veglia, che sarà presieduta dall’Arcivescovo (vedi qui la locandina), sarà la domanda che Gesù rivolge ai discepoli nel Vangelo di Giovanni, «Chi cercate?», a cui fa subito seguire l’invito «Venite e vedrete» a chi gli chiedeva: «Maestro, dove dimori?». La serata sarà scandita dall’adorazione eucaristica e da due testimonianze vocazionali offerte dalla Congregazione.

Anticipa qualche spunto fratel Michele Trabacchino, originario di Triuggio e fresco di professione perpetua negli Oblati. «La nostra vocazione – spiega pensando a tutti i suoi confratelli – è quella di essere amici dello Sposo e custodi della Sposa, dunque collaboratori della Chiesa». E infatti i Fratelli oblati, in speciale obbedienza al Vescovo, affiancano i sacerdoti nella vita pastorale, impegnati in parrocchia, in Curia, come insegnanti di religione, in Seminario o nelle cappellanie degli ospedali. Il secondo spunto parla invece a tutte le vocazioni: «Tutte le mattine possiamo chiederci: a chi appartiene il mio cuore?». Una domanda esigente, che fratel Michele trasforma in un invito a tutti i giovani. Perché, sintetizza, «la vocazione della nostra vita, per tutti, è quella di essere felici. E, dunque, la Veglia può diventare uno speciale momento di preghiera, in cui ciascuno può chiedere al Signore: cosa vuoi tu da me? Come posso essere felice? Indicami la strada».

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