Dall’accordo tra le 10 Caritas della regione e l’Inps nasce un sistema di aiuti integrato per senza tetto, stranieri, impoveriti da Covid. Gualzetti «L’alleanza con il pubblico è strategica»
Manuela, 38 anni, colf part-time ha perso il lavoro durante il primo lockdown. Ad aprile aveva già finito tutti i risparmi e per fare la spesa è dovuta ricorrere all’Emporio della Solidarietà della Caritas Ambrosiana, dove ha potuto riempire il carrello pagando non con il denaro, ma con una tessera a punti. Nel frattempo, grazie ai volontari del centro di ascolto, ha scoperto di avere diritto al reddito di cittadinanza. Ha fatto domanda e lo ha ottenuto. Da quel momento all’Emporio è tornata non per ricevere aiuto ma per offrilo come volontaria. «Voglio restituire quello che ho ricevuto quando mi sono trovata in difficoltà», racconta.
L’integrazione tra aiuti pubblici e privati ha offerto durante i mesi della pandemia una rete di protezione fondamentale ai tanti impoveriti dal Covid che hanno visto precipitare i loro redditi al punto da non riuscire più a soddisfare bisogni primari.
Proprio sulla scorta di questa esperienza è nata l’idea di avviare in Lombardia il progetto “Inps x Tutti – Rete Agile di Welfare”. I soggetti attuatori del programma sono, da un lato, le Caritas delle dieci diocesi lombarde (Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Pavia, Vigevano), all’altro, la Direzione regionale Lombardia dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps). La convenzione è stata sottoscritta oggi dal direttore della Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, in qualità di delegato delle Caritas lombarde; il direttore regionale dell’Inps, Giovanni di Monte, e il direttore del Coordinamento metropolitano di Milano, Michele Salomone.
L’accordo sottoscritto nell’ambito del protocollo nazionale “Inps per tutti”, estende a tutto il territorio regionale l’intesa già avviata a marzo all’interno della città metropolitana tra funzionari dell’istituto di previdenza e volontari delle Caritas parrocchiali. Grazie a questa partnership i 672 centri di ascolto, presenti nelle 3060 parrocchie delle 10 diocesi lombarde, in cui operano circa 8 mila volontari diventeranno la porta di accesso di un sistema di welfare integrato per i soggetti più deboli.
Chi si rivolgerà a questi sportelli presenti non solo sarà indirizzato ai servizi assistenziali e di promozione umana offerti dalle Caritas diocesane, ma sarà anche aiutato più di quanto avveniva in passato a ottenere le misure statali di sostegno al reddito.
L’obiettivo è favorire l’accesso alle misure di sostegno previste dallo Stato dei soggetti più fragili (senza tetto e stranieri) ma anche a persone che sono improvvisamente precipitate nelle povertà e si ritrovano disorientate, come è accaduto frequentemente nei mesi dell’emergenza sanitaria.
La convenzione stabilisce che volontari dei centri di ascolto somministrino agli utenti un questionario finalizzato alla materiale individuazione dei bisogni e all’accertamento della sussistenza dei requisiti utili all’accesso alle prestazioni erogate dall’Inps. Dopo essere stati formati sulle misure di sostegno erogate dall’Istituto, i volontari avranno a disposizione un canale di comunicazione privilegiato con i funzionari. Inoltre per la risoluzione di casi di maggiore delicatezza, i volontari dei centri di ascolto potranno richiedere appuntamenti in presenza con il personale dell’Inps, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale.
Un tavolo tecnico costituito da rappresentanti di Caritas Ambrosiana e della Direzione di coordinamento metropolitano di Milano monitorerà l’andamento della convezione per tutta la sua durata che è prevista di un anno.La convenzione non prevede costi per l’Inps. La collaborazione dei volontari dei centri di ascolto avverrà dunque a titolo gratuito.
«Dal primo lockdown, nel marzo 2020 ad oggi, il numero di persone che si è rivolto alla Caritas è più che raddoppiato. Dopo una flessione tra la primavera e l’autunno dello scorso anno, gli assistiti sono tornati a crescere e si attestano attualmente su tutto il territorio regionale a circa 80 mila soggetti. Non sappiamo cosa accadrà con la sospensione del blocco dei licenziamenti, ma è facile immaginare che almeno nell’immediato il numero di chi si rivolgerà alla Caritas crescerà ulteriormente. L’alleanza con le istituzioni pubbliche sarà dunque strategica per dare loro una risposta», osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana
«Il ruolo dell’Inps come presidio di assistenza diventa tanto più efficace quanto più se in alleanza con il terzo settore e associazioni come la Caritas, che hanno una fondamentale esperienza per gestire i rapporti e l’ascolto con persone spinte ai margini della società. “Inps per tutti” è un progetto che si pone come obiettivo di raggiungere persone in condizioni di povertà per i più diversi motivi, accompagnando l’accesso ad aiuti cui hanno diritto e a inserirsi in un percorso di inclusione sociale, superando la condizione di svantaggio. L’accordo con la Caritas Ambrosiana si prefigge anche di raggiungere più agilmente coloro che, a causa della perdita del lavoro e delle criticità innescate dalla pandemia, stanno vivendo profonde difficoltà e le cui richieste, grazie agli operatori della Caritas cui forniamo adeguata formazione, possono tradursi in concreto sostegno da parte dello Stato» ha commentato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.