L'ultima sessione del Consiglio pastorale diocesano dedicata alla consultazione per la prima fase del Sinodo. L’Arcivescovo: la sinodalità dovrebbe essere il modo con il quale la Chiesa prende le decisioni
di Marinella Angela
BOLLINI
Membro del Consiglio pastorale diocesano
Sabato 26 e domenica 27 febbraio a Seveso si è svolta la seconda sessione del Consiglio pastorale diocesano, sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione», centrata sul contributo del Consiglio alla consultazione nell’Arcidiocesi per la prima fase del Sinodo 2021-2023. La sessione è stata preceduta da un intenso ascolto sinodale sulle domande proposte dal Documento preparatorio al Sinodo dei Vescovi in programma a Roma nell’ottobre 2023, che ha coinvolto molte comunità parrocchiali grazie anche alle sollecitazioni dei membri dei Gruppi Barnaba. La raccolta di questo materiale è poi confluita in una sintesi elaborata dalle sette Zone pastorali, che è stata presentata all’inizio della sessione, mettendo in evidenza gli aspetti ritenuti più significativi.
È seguita poi la meditazione sul capitolo 10 degli Atti degli Apostoli, in cui padre Roberto Pasolini Ofmcap ha presentato lo stupore di Pietro alla evidenza della discesa dello Spirito Santo sui pagani: Pietro riconosce così che «Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga» (At 10,34-35), vincendo ogni resistenza iniziale all’appello di Cornelio.
Il lavoro a gruppi
Questo stesso stupore ha accompagnato anche i consiglieri che, suddivisi a gruppi, hanno condiviso le proprie esperienze lasciandosi interrogare dalle due domande fondamentali del Sinodo:
- Una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, «cammina insieme»: come questo «camminare insieme» si realizza oggi nella vostra Chiesa?
- Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro «camminare insieme»?
e dalle suggestioni stimolate dalle ulteriori domande presenti nei nove ambiti:
- Compagni di viaggio. Nella Chiesa e nella società siamo sulla stessa strada fianco a fianco.
- L’ascolto è il primo passo, ma richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi.
- Prendere la parola. Tutti sono invitati a parlare con coraggio e parresia, cioè integrando libertà, verità e carità.
- «Camminare insieme» è possibile solo se si fonda sull’ascolto comunitario della Parola e sulla celebrazione dell’Eucaristia.
- Corresponsabili della missione. La sinodalità è a servizio della missione della Chiesa, a cui tutti i suoi membri sono chiamati a partecipare.
- Dialogare nella Chiesa e nella società. Il dialogo è un cammino di perseveranza, che comprende anche silenzi e sofferenze, ma capace di raccogliere l’esperienza delle persone e dei popoli.
- Con le altre confessioni cristiane. Il dialogo tra cristiani di diversa confessione, uniti da un solo battesimo, ha un posto particolare nel cammino sinodale.
- Autorità e partecipazione. Una Chiesa sinodale è una Chiesa partecipativa e corresponsabile.
- Discernere e decidere. In uno stile sinodale si decide per discernimento, sulla base di un consenso che scaturisce dalla comune obbedienza allo Spirito.
Le conclusioni dell’Arcivescovo
La ricca condivisione è stata presentata all’assemblea che nel dibattito ha offerto ulteriori contributi. L’Arcivescovo al termine dei lavori ha ringraziato per la qualità dei contributi e ha risottolineato come dal suo punto di vista la sinodalità non sia solo stile, ma dovrebbe essere il modo con il quale la Chiesa prende le decisioni. Da un lato si è Chiesa che cammina insieme perché nasce dalla Eucarestia e il celebrare assume quindi una rilevanza sorgiva in ordine alla sinodalità. All’altro capo del processo ci deve essere uno sfociare in discernimenti per prendere decisioni.
Su questi punti l’Arcivescovo ha indicato le linee da continuare a percorrere nel proseguo del percorso sia al Sinodo dei Vescovi, sia al cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia (2021-2025).