Redazione

Nato nel 2003 e promosso dalla Regione Lombardia, il progetto dei custodi socio sanitari è gestito dalla Fondazione Don Gnocchi. Il target è la popolazione anziana delle case popolari, l’obiettivo fornire assistenza nei bisogni della vita quotidiana (consegna pasti, spesa, acquisto farmaci), con un’attenzione particolare al bisogno sanitario. Durante l’estate l’opera dei custodi si farà ancora più capillare, con il monitaroggio delle condizioni di salute degli anziani soli a Milano nel caso di ondate di calore.

di Stefania Cecchetti

Consegna dei pasti caldi, piccole commissioni, acquisto dei farmaci. Ma non solo. Gli “angeli custodi” della Fondazione Don Gnocchi sono vicini agli anziani in difficoltà di Milano anche attraverso un’assistenza sanitaria di base. Ècon questo stile – che dal 2003 contraddistingue il progetto dei custodi socio-sanitari durante tutto l’arco dell’anno – che gli operatori della Fondazione si apprestano ad affrontare l’emergenza estate 2007.

«Durante i mesi estivi ci concentreremo sul problema del caldo – ha detto Achille Lex, assistente sociale e coordinatore del progetto – con un azione di supporto all’Asl di Milano. Ci viene fornito un elenco di anziani definiti fragili secondo determinati criteri: devono avere più di 75 anni, presentare particolari patologie, aver avuto diversi accessi in ospedale negli ultimi tempi e avere un reddito basso. In genere si tratta di persone che non sono già seguite da altri servizi sociali. Li contattiamo personalmente, magari presentandoci a casa loro “scortati” dal portinaio, per vincere le diffidenze, e verifichiamo quali siano i loro bisogni. Chi lo desidera, sarà poi monitorato, nel caso di ondate di calore anomale, attraverso telefonate e visite a domicilio. I casi più gravi saranno segnalati ai servizi competenti».

Un tipo di intervento che la Fondazione Don Gnocchi applicherà naturalmente anche agli utenti normalmente assistiti dal servizio custodi socio-sanitari. Nato in forma sperimentale nel 2003, il progetto è figlio di un’iniziativa analoga, quella dei custodi sociali promossa già dal 2000 da Comune di Milano, in collaborazione con Caritas Ambrosiana e Fondazione fratelli di San Francesco, e attiva presso alcuni dei caseggiati Aler della città. Rispetto a quella prima esperienza, il custode socio-sanitario ha competenze più complesse, prima fra tutte la lettura del bisogno sanitario e l’intervento diretto: igiene personale, prestazioni come la misurazione della pressione o piccole medicazioni, la gestione dei contatti con il medico di base e i servizi socio sanitari della zona.

Non a caso al timone del progetto ci sono la Regione Lombardia insieme al Ministero della Salute, l’Istituto superiore di Sanità e l’Ufficio nazionale per il servizio civile. Solo in un secondo momento sono stati coinvolti Comune di Milano, Aler e Asl. La gestione è interamente affidata alla Don Gnocchi. I fondi provengono, oltre che dalle istituzioni, dal privato no profit (Fondazione Cariplo) e profit (Jti International).

Alla prima postazione, in via Jacopino da Tradate, vicino all’Istituto Palazzolo, se ne sono aggiunte altre 11, sempre nell’ambito delle case popolari. Nel periodo 2004-2006, su un’utenza potenziale di 22 mila anziani, ne sono stati raggiunti 7119, di cui 4599 effettivamente presi in carico. Un lavoro che grava sulle spalle di 54 operatori, tutti stipendiati: «La Fondazione non gestisce direttamente volontari – spiega Lex -, anche se collaboriamo con diverse associazioni di volontariato della città, cui ci rivolgiamo per alcuni servizi aggiuntivi, prevalentemente di carattere associativo».

Anche per questa estate, per esempio, èattiva una collaborazione con l’Associazione emergenza anziani, (già coinvolta fin dal principio nella gestione della prima postazione in via Jacopino da Tradate), che organizzerà gite fuori porta e pomeriggi ricreativi al bar. Mentre all’Associazione Seneca i custodi si appoggeranno per la proposta di alcune settimane di vacanza.

Per informazioni: call center del progetto custodi socio-sanitari, presso l’Istituto Palazzolo Don Gnocchi, tel. 02.39.70.35.61.

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