Due intense preghiere per la pace pronunciate incontrando duemila studenti dell’Istituto “La zolla” di Milano, nella Basilica di San Pietro, e poi al termine della catechesi dell’udienza generale

di Maria Michela Nicolais
Agensir

Il Papa con gli studenti milanesi (foto Vatican Media / Sir)
Il Papa con gli studenti milanesi (foto Vatican Media / Sir)

Due intense preghiere per la pace in Ucraina. A pronunciarle è stato il Papa, prima incontrando duemila studenti dell’Istituto “La zolla” di Milano, nella Basilica di San Pietro, e poi al termine della catechesi dell’udienza generale in Aula Paolo VI, dove sventolavano le bandiere giallo-blu dell’Ucraina.

«Signore Gesù ti prego per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che stanno vivendo sotto le bombe, che vedono questa guerra terribile, che non hanno da mangiare, che devono fuggire lasciando casa, tutto – la preghiera in Basilica -. Signore Gesù guarda questi bambini, questi ragazzi, proteggili, sono le vittime della superbia di noi, gli adulti».

In Aula Paolo VI Francesco ha letto la preghiera composta da monsignor Mimmo Battaglia, Arcivescovo di Napoli, affidandola con questo gesto ai fedeli di tutto il mondo. Recita così: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori! Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi! Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi! Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi! Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi! Perdonaci Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi. Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte. Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti. Perdonaci la guerra, Signore. Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci! E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello. O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore!».

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«Preghiamo soprattutto per la pace in Ucraina», aveva raccomandato poco prima il Santo Padre rivolgendosi ai fedeli polacchi, salutato da un fragoroso applauso dei presenti in Aula Paolo VI. Rivolgendosi, infine, ai fedeli di lingua italiana, Francesco aveva esortato: «In questo tempo di Quaresima, in questo tempo così doloroso della guerra, vi invito a guardare a Cristo».

All’inizio della catechesi papa Francesco ha sottolineato: «La nostra fantasia appare più concentrata sulla rappresentazione di una catastrofe finale che ci estinguerà. Quello che succede con una eventuale guerra atomica – ha aggiunto a braccio -. Il giorno dopo, se ci saranno ancora giorni e esseri umani, si dovrà ricominciare da zero. Distruggere tutto per ricominciare da zero».

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