Oltre 70 mila adolescenti da tutta Italia in piazza San Pietro per l'incontro Cei «Seguimi» con il Pontefice. Tra loro più di 6000 giovanissimi ambrosiani guidati dall'Arcivescovo

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di Annamaria Braccini

Adolescenti_Roma
Papa Francesco durante la celebrazione

Non basta piazza San Pietro a contenerli tutti e, così, anche via della Conciliazione si riempie in fretta di loro, dei giovani, adolescenti e preado dai 13 ai 17 anni, colorati di bandane, striscioni, fazzoletti che sbandierano con un orgoglio evidente e l’allegria tipica della loro età.
Uno spettacolo indimenticabile – si era valutato che potessero essere quasi 57.000, ma a fine serata di parla di 70.000 – per tutti e non solo per i ragazzi e ragazze che, nel lunedì dell’angelo, dopo due anni di stop a causa della pandemia, hanno potuto finalmente vivere il loro incontro con Papa Francesco dal significativo titolo “Seguimi”.

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E, naturalmente, non potevano mancare gli ambrosiani, 6000 da ogni Zona della Diocesi. Un esercito guidato dall’Arcivescovo che, per giungere a Roma, viaggia con alcuni gruppi parrocchiali e, con semplicità, si ferma a dialogare – «mi interessa davvero quello che pensate e volete», dice più volte -, prima di giungere come tutti in piazza San Pietro dove il Santo padre, con la papamobile raggiunge ogni settore della piazza, appunto fino a via della Conciliazione, in un percorso che dura quasi mezz’ora.
Insomma, il popolo dei ragazzi è tornato e, seppure con tante e evidenti ferite, è quello di sempre, se non di più magari, non soltanto quantitativamente, ma qualitativamente, proprio per una consapevolezza diversa maturata nei giorni grigi della Dad e del lockdown. Lo raccontano molti di loro, appena gli si chiede se sono contenti di essere a Roma e lo confermano gli educatori, le religiose, i sacerdoti.

Papa Francesco entra in Piazza San Pietro

L’animazione in piazza San Pietro

Contano, certo, i momenti dell’animazione pensata espressamente per il raccontare e il raccontarsi dei giovani tra musica e spettacolo. I video amatoriali degli adolescenti di Nembro, il comune in provincia di Bergamo simbolo del contagio più doloroso e tragico, sono belli come le loro voci e migliaia di coetanei che li acclamano a perdita d’occhio quando uno di loro dice. «L’oratorio siamo noi e adesso che siamo tornati operativi al 100%, teniamoci pronti perché il meglio deve ancora arrivare».
Poi, l’esibizione dei cantanti beniamini Matteo Romano e Blanco…fino a che arriva il Papa ed esplode il boato.

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Il saluto del cardinale Bassetti

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcooale Italiana, porge il suo saluto e, nella voce, si sente la commozione.
«Questi nostri ragazzi sono pieni di entusiasmo, ma si vede la fatica che hanno sofferto in questi ultimi 2 anni; il male della solitudine ne produce altri che spesso non si vedono e che rendono più acute le difficoltà nell’affrontare i rapporti con gli altri. Alcuni di loro hanno visto la morte dei nonni, sono stati costretti a volersi bene senza poter manifestare l’affetto e hanno scoperto che il sapere non ha sapore se è soltanto una ricerca solitaria. Il futuro è parso scuro e incerto, ma le loro domande sono anche le nostre. Ci hanno sorpresi. Eravamo pieni di dubbi, nell’organizzare il pellegrinaggio, ma nel cuore avevamo fiducia che qualcosa potesse succedere. La piazza di oggi è la risposta. Un vecchio di 80 anni, come me, non può che commuoversi. Abbiamo tanti problemi, ma il nostro popolo delle chiese italiane è buono. Chissà che questi ragazzi ci aiutino a riprendere il filo del Vangelo in una società che ci chiede di testimoniare la fede».

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Le testimonianze

Parole cui fanno eco diversi ragazzi, narrando le loro esperienze durante la pandemia, tra cui 2 ambrosiani di Muggiò.
Samuele parla della sua malattia cardiaca. «Sono stato tanto tempo in ospedale, ero arrabbiato con Dio e l’unica cosa che mi legava a lui era che mia madre, all’inizio e alla fine della giornata, mi faceva dire una preghiera. Era una cosa piccola, ma una fiammella. Dopo l’operazione sono tornato alla vita normale e ho voluto subito andare in oratorio. Ho visto che c’era Gesù che mi aspettava, lui sapeva che sarei tornato. Spesso noi ragazzi passiamo dei momenti bui, ma se ci guardiamo attorno e se siamo qui tutti per un unico motivo che è Gesù, possiamo dare una risposta a quel buio».
Alice ricorda la nonna Mariangela scomparsa a maggio scorso. «Io ero il suo sole. Quando se ne è andata non mi sono aperta con nessuno, perché pensavo che parlare non avrebbe cambiato nulla. In ogni momento della nostra vita c’è qualcuno che tifa per noi ed è il Signore. Ho incontrato un’amica speciale, Rebecca: me l’ha mandata mia nonna».
E, ancora, da diverse parti di Italia, altre testimonianze si alternano come quella di Samuele che si è chiuso in camera per mesi, ma ora dice: «Ragazzi vi auguro di non chiudervi mai perché non sapete quanto vi state perdendo della vita». Non manca Mattia Piccoli,della provincia di Venezia premiato dal presidente Mattarella, perché ha aiutato il padre colpito da Alzheimer precoce.

 

Le parole del Papa

«Sono passati 2 anni con la piazza vuota, la piazza ha sofferto il digiuno e ora ha mangiato di più: per questo siete così tanti», scandisce Papa Francesco ricordando la sera del 27 marzo 2020, quando, da solo, in una piazza San Pietro bagnata e spettrale pregò affidando al Signore il mondo devastato dalla pandemia (leggi qui il suo discorso). Il pensiero non può che andare alle devastazioni di oggi.
«Gesù ha vinto le tenebre della morte, mentre continuano in tante regioni della terra violenze e spesso sono i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto. Tanti fratelli e sorelle attendono ancora il racconto della Pasqua. La vita talvolta ci mette a dure prova
Le paure si devono esprimere per cacciarle via, vanno dette al papà, alla mamma, a un amico, a una persona che può aiutare. Non scoraggiatevi se avete paura: mettetela alla luce, vi farà bene. Delle crisi si deve parlare, vanno illuminate per essre vinte. Voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete qualcosa che noi abbiamo perduto, come il fiuto. Avete il fiuto della realtà, come Giovanni, il più giovane degli apostoli; il fiuto di trovare ciò che va bene, il Signore e il frutto della verità. E vi auguro di avere il coraggio di Pietro che era un poco speciale: lo ha rinnegato tre volte, ma si è buttato in mare per il Signore. Gettatevi nella vita anche se non sapete nuotare, cercate qualcuno che vi accompagni, abbiate paura solo della morte dell’anima. La vita è bella ed è fatta per condividerla con gli altri. È importante che voi andiate avanti, vincete lo scoraggiamento con il coraggio e con qualcuno che vi dia una mano. Nei momenti di difficoltà i bambini chiamano la mamma, noi chiamiamo la nostra mamma Maria. Alla vostra età, lei decise di accogliere il dono di Gesù con l’annuncio dell’angelo. Chiedete a lei di dire il vostro sì, per crescere bene e aiutare, con il vostro fiuto, gli altri. Coraggio e avanti. Che Maria vi insegni a dire Eccomi».

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