Dal servizio sanitario alla mensa, fino all’assistenza ai clochards: malgrado la pandemia molte realtà proseguono la loro attività a favore degli ultimi
Non lasciare soli gli ultimi. È l’imperativo che muove molte realtà solidali a proseguire i loro servizi e le loro attività malgrado l’emergenza sanitaria. Ecco alcuni esempi.
Ordine di Malta: ambulatorio mobile per stranieri
Il Covid non spegne la carità, anzi, se possibile la moltiplica. Tempo fa l’Ordine di Malta si era offerto di allestire un ambulatorio mobile a servizio degli stranieri nel centro di Milano, davanti alla chiesa di Santo Stefano, la parrocchia personale dei migranti della Diocesi. Con l’arrivo della pandemia, il progetto non si è bloccato, ma ha dovuto ridimensionarsi: da roulotte-ospedale a semplice gazebo.
Don Alberto Vitali, responsabile della Pastorale dei migranti e parroco di Santo Stefano, racconta: «L’Ordine di Malta è un ordine ospedaliero e ha come mission la cura dei bisognosi. Vengono a Santo Stefano una domenica al mese con un gazebo, molto apprezzato sia dalla comunità sudamericana, sia da quella filippina che frequentano le messe domenicali, sebbene ultimamente a ranghi ridotti». Il motivo è abbastanza evidente, come spiega don Vitali: «Tra la malattia, la quarantena, o semplicemente la paura di contagiarsi, le presenze si sono dimezzate già da ottobre, adesso sono ridotte a un quarto. Ma ci sono sempre comunque una quindicina di persone che si fermano al gazebo».
Quali le richieste più frequenti? «Spesso i migranti lavorano duramente molte ore al giorno e non sono soliti occuparsi molto della loro salute – precisa don Vitali -. Ma il Covid fa paura anche a loro. Ho visto molti richiedere un monitoraggio della saturazione o informazioni circa i sintomi che devono mettere in allarme».
Gli operatori del gazebo, comunque, fanno un lavoro di consulenza e di re-indirizzamento in generale, non solo per il Covid: «Molti migranti non sono regolari e non hanno diritto all’assistenza medica, avere anche solo qualche dritta può essere importante per loro», conclude don Vitali.
Osf, avanti con la mensa
«Sono contentissima fra Marcello, ce la stiamo facendo, funzioniamo! I nostri ospiti hanno capito, c’è anche più ordine di prima: la mensa può andare avanti!». È uno dei tanti commenti dei volontari che il presidente dell’Opera San Francesco ha raccolto a pochi giorni dalla riapertura della mensa di viale Piave a Milano. «Guardo i nostri ospiti seduti in sala: provo a calarmi negli occhi di Mauro, provo a immaginare i suoi pensieri – dice fra Marcello -. Finalmente seduto a tavola, un primo caldo appena cucinato, le voci e i volti dei vicini che non ti fanno più sentire isolato, anche se ci sono i divisori in plexiglass». Gli ospiti sono accolti dal sorriso buono delle volontarie e dei volontari che li accolgono con gentilezza, senza giudicare. E rivolgendosi ai volontari dice: «Grazie. Non mollate, saremo prudenti, ma continuiamo a stare dalla parte dei poveri, non abbandoniamoli proprio ora».
Info: tel. 02.77122400; osf@operasanfrancesco.it; www.operasanfrancesco.it.
Ronda per i senza dimora
«La minaccia del Covid-19 ha invaso le nostre giornate – dicono alla Ronda della carità e solidarietà di Milano -. Conosciamo sempre più persone che si ammalano o che lavorano senza sosta in ospedale. In molti condividiamo la paura di non riuscire a fermare i contagi». Eppure, c’è molto altro che si può condividere oggi, come la voglia di aiutare chi in questa fase è più vulnerabile. «Crediamo che la solidarietà di tutti noi sia uno dei modi per contrastare la pandemia e il senso di isolamento che genera». Per questo i volontari della Ronda hanno continuato a lavorare e rispondere alle molte richieste d’aiuto che tutti i giorni ricevono, assistendo un centinaio di famiglie in difficoltà con la donazione dei pacchi viveri. «Oggi più che mai aiutiamo le persone senza dimora che si trovano ad affrontare questa grave pandemia e sono sempre più sole e disorientate», spiegano.
Info: tel. 02.45863842; comunicazione@rondacaritamilano.com; www.rondacaritamilano.it.