Don Alfredo Cermenati, parroco di Maria Madre della Chiesa e San Barnaba, le due comunità tra le quali si svolgerà la celebrazione: «Una scelta significativa nell’anno del Sinodo minore: la composizione sociale delle nostre parrocchie è davvero espressione di tutte le parti del mondo»
di Luisa
BOVE
«Tutti partecipano all’unico Pane» è lo slogan che accompagna la celebrazione diocesana del Corpus Domini, giovedì 31 maggio nel quartiere Gratosoglio, a sud di Milano. L’appuntamento è alle 20 presso la parrocchia Maria Madre della Chiesa (via Saponaro 28) dove l’Arcivescovo presiederà la celebrazione eucaristica. Al termine della Messa la processione sfilerà tra le due case di riposo, quindi imboccherà via Baroni e proseguirà per via Gratosoglio fino a raggiungere la chiesa di San Barnaba (via Feraboli 27), dove monsignor Mario Delpini terrà una riflessione e darà la benedizione eucaristica.
Celebrare il Corpus Domini nel quartiere per don Alfredo Cermenati, parroco delle due comunità, «è un segno di vicinanza dell’intera città di Milano alle sue periferie» e «il nostro essere in periferia fa parte di quell’attenzione che tante volte viene espressa». Poi aggiunge: «È significativo che sia stato scelto un quartiere di periferia perché siamo nell’anno del Sinodo “Chiesa dalle genti” e noi sappiamo che la composizione sociale dei nostri quartieri, e quindi delle nostre parrocchie, è davvero espressione di tutte le parti del mondo».
Ci sono anche altri motivi importanti per voi…
Sì. È un’occasione molto bella accogliere l’Arcivescovo, perché la parrocchia Maria Madre della Chiesa celebra quest’anno il 50° di fondazione, mentre l’oratorio di San Barnaba si appresta a iniziare una profonda ristrutturazione che permetterà di riscommettere sul futuro dei nostri ragazzi, giovani e adolescenti. La realtà educativa nei nostri ambienti oratoriani (con le società sportive, attività ricreative, culturali, sociali) è molto bella e non chiude gli occhi davanti alle sfide: sono attenzioni che le parrocchie hanno fatto proprie e sulle quali stanno investendo tante energie.
Tornando al quartiere Gratosoglio, quali sono le sue caratteristiche?
Sono presenti fasce di popolazione particolamente segnate dal disagio e dalla povertà, spesso anche culturale, con situazioni a volte molto dure da sopportare. È un quartiere che comprende realtà difficili da gestire: penso per esempio al dormitorio, con la presenza di persone, anche straniere, senza fissa dimora; in via Chiesa Rossa poi c’è il campo rom.
Però non mancano realtà vive, impegnate nel sociale…
Nel quartiere abbiamo molte risorse e realtà legate a un percorso di solidarietà, attenzione e vicinanza alle persone. In particolare c’è l’esperienza di accoglienza verso gli stranieri: la Comunità Oklahoma è una realtà che ospita minori stranieri inviati dal Tribunale per i minorenni. In viale dei Missaglia abbiamo la Fondazione Don Gnocchi presso il Centro Vismara, poi l’associazione “L’impronta” per persone disabili, il Cag, il Centro diurno integrato per anziani “Vodia Cremoncini”, espressione della Caritas… Insomma, c’è una ricchezza di presenze significative e il compito delle nostre due parrocchie, chiamate a camminare insieme, pur con storie ed esperienze molto differenti tra loro, è quello di vivere la sfida dell’incontro, della relazione e della comunione. Il filo che giovedì legherà le nostre due comunità sarà la presenza del Vescovo e della Chiesa nelle sue rappresentanza, ma soprattutto sarà l’Eucaristia al centro della celebrazione della festa del Corpus Domini. La vocazione delle nostre comunità nel quartiere è l’integrazione nel rispetto delle diversità di ciascuno, la cura verso i più fragili e deboli, i rapporti di comunione, sfida grande in questo momento che tenderebbe a portare tutti a isolarsi e chiudersi.