La Lettera pastorale dell’Arcivescovo al centro di un incontro tra i Superiori locali e il Vicario episcopale. Tra gli impegni assunti, organizzare scuole di preghiera, condividere momenti di lettura orante della Parola, incrementare la cura per la Messa
di monsignor Paolo
MARTINELLI
Vescovo ausiliare e Vicario episcopale per la Vita consacrata maschile
Come da tradizione, anche quest’anno, all’inizio delle attività pastorali, il 29 settembre si è tenuto in Curia arcivescovile l’incontro dei Superiori locali di vita consacrata maschile presenti in diocesi con il Vicario episcopale. L’incontro, organizzato insieme alla segreteria della Cism ambrosiana, è stato particolarmente partecipato, con la presenza di circa 70 Superiori. I responsabili di comunità rappresentano gli oltre mille consacrati presenti in diocesi e impegnati in diversi settori della vita e della pastorale diocesana. Sono presenti in diocesi circa 50 istituti di vita consacrata.
Il tema dell’incontro è stato innanzitutto un confronto sulla Lettera pastorale dell’Arcivescovo, Cresce lungo il cammino il suo vigore. Ha suscitato molto interesse il richiamo all’immagine del popolo di Dio come popolo pellegrinante verso la Gerusalemme celeste. Infatti tutto questo evoca la dimensione escatologica della Chiesa, che la vita consacrata ha il compito di richiamare con la sua stessa forma di vita (Cristifideles Laici 55; Vita Consecrata 26). Non si tratta certo di rimandare a un aldilà senza alcun rapporto con il presente; piuttosto si tratta di essere testimoni che la vita dell’uomo e del mondo intero ha un senso ultimo, un destino buono. Non è forse questo l’elemento di maggior crisi del nostro tempo? Nella nostra società rischiamo di avere tutto il superfluo, ma di mancare dell’essenziale, del senso ultimo delle cose, senza il quale rischia di venir meno l’impegno per edificare vita buona nella storia. Se Gesù risorto è la speranza del mondo, allora noi siamo davvero un popolo in cammino verso la pienezza.
Il dibattito tra i Superiori locali si è poi concentrato su quei passaggi della Lettera in cui monsignor Delpini si riferisce direttamente ai consacrati, i quali chiede di essere persone di preghiera che sanno insegnare a pregare, «perché i disperati intravedano una promessa, chi soffre in solitudine una prossimità, che è smarrito un orientamento per volgere lo sguardo a colui che hanno trafitto (cfr Gv 19,37)». Quale ricchezza a questo proposito possiamo trovare nelle comunità di vita consacrata in diocesi! Molti Superiori hanno raccontato di scelte fatte dalle loro comunità di condividere maggiormente la propria preghiera comunitaria, la recita della Liturgia delle Ore. L’impegno è quello di organizzare scuole di preghiera e di lettura orante della Parola di Dio, incrementando la cura per la celebrazione eucaristica, condividendo in questo modo la ricchezza spirituale di San Francesco d’Assisi, di Santa Teresa d’Avila, di Sant’Ignazio di Loyola e degli altri Santi fondatori. Anche i Santuari animati da comunità religiose – è stato ricordato – possono essere proposti in questo anno come meta di pellegrinaggio per i fedeli.
Il confronto, durato oltre due ore, ha mostrato bene il desiderio della vita consacrata di dare il proprio contributo al cammino della Chiesa ambrosiana.