Nel contesto della visita pastorale in corso nel Decanato di Trezzo sull'Adda, l’Arcivescovo fa tappa a Trezzano Rosa, incontrando tra l'altro la Cooperativa Castello, che si occupa di servizi sociosanitari ed educativi. Ne parla il direttore Mariella Galessi

di Cristina Conti

giochi senza barriere 4 Cropped

Nel contesto della visita pastorale nel Decanato di Trezzo sull’Adda, sabato 5 gennaio l’Arcivescovo si recherà a Trezzano Rosa (Mi). Nel corso della giornata incontrerà alcune realtà del territorio, tra cui la Cooperativa Castello, che si occupa di servizi sociosanitari ed educativi. «Sarà un passaggio veloce, per una quindicina di minuti – precisa il direttore Mariella Galessi -. Ci sarà un momento di accoglienza e di benvenuto in cui saremo tutti riuniti: oltre agli ospiti della struttura saranno presenti anche il direttore gestionale, il presidente e il vicepresidente. Questa occasione per noi è un vero onore».

Di che cosa si occupa la vostra cooperativa e quale funzione svolge sul territorio?
È nata negli anni Ottanta con finalità socio-educative. Il modello educativo si ispira alla creazione di un ambiente in cui ci sia attenzione vera per il benessere globale della persona. Poiché ci occupiamo di adulti, le nostre linee metodologiche prevedono una centralità della terapia occupazionale, fondata sul “fare insieme”. Al pari di tutte le altre persone, chi ha disabilità trova nel lavoro una possibilità di autorealizzazione e i servizi socio-educativi e socio-sanitari concorrono a potenziare gli aspetti della socializzazione, al mantenimento delle abilità di base e permettono di esercitare la propria identità di adulto. Nell’esperienza residenziale vengono privilegiati inoltre le dimensioni di cura della persona. Chiarezza, rispetto dei ruoli e fiducia sono elementi basilari che la Cooperativa intende condividere anche con le famiglie. Per questo motivo svolgiamo almeno un incontro con ogni singola famiglia e l’assistente sociale del Comune di residenza per condividere il Piano educativo individuale che si decide ogni anno.

Quali caratteristiche ha la struttura che l’Arcivescovo visiterà?
È una Casa che al piano terreno ha un centro diurno e a quello superiore una comunità di alloggio socio-sanitaria. Il primo opera cinque giorni alla settimana e prevede accoglienza entro le 9, attività programmate dalle 9 alle 12, una pausa pranzo fino alle 14 e poi altre attività fino alle 16.30. È prevista anche la possibilità di frequentare part-time in base a un programma personalizzato, orizzontale o verticale, nell’arco della settimana. Per chi viene qui è previsto il rientro in famiglia. Nella comunità alloggio, invece, sono ospitate persone che hanno disabilità psichiche: abitano lì e sono assistite da personale specializzato (educatori, ausiliari socio-assistenziali). Si tratta di persone che non hanno famiglia, oppure hanno genitori anziani o malati, che non sono in grado di seguirli adeguatamente. Qui si svolgono, inoltre, attività orientate all’autonomia di ognuno, ma anche di sostegno e di relax in compagnia. Sono previste, poi, anche uscite sul territorio, come la partecipazione a iniziative sportive, sagre, festival e concerti.

Ti potrebbero interessare anche: