Monsignor Shevchuk e monsignor Mokshytsky hanno telefonato al Pontefice tramite il suo legato, cardinale Krajewski, presente nel Paese «per fornire sostegno al popolo ucraino a nome della Sede apostolica»
Monsignor Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, e l’arcivescovo Mechyslav Mokshytsky, metropolita della Chiesa cattolica latina di Leopoli, hanno incontrato ieri a Leopoli il cardinale Konrad Krajewski, inviato speciale del Santo Padre in Ucraina: durante l’incontro hanno avuto l’opportunità di parlare direttamente con papa Francesco. Lo fa sapere un comunicato del Dipartimento Informazione della Chiesa greco-cattolica ucraina.
«Il legato pontificio ha raccontato al Santo Padre le sue prime impressioni sulla visita, in particolare quello che ha visto in Polonia. Il Papa è stato inoltre informato del programma della visita del suo inviato in Ucraina, già discusso con i partecipanti all’incontro». Il cardinale Krajewski ha affermato di voler visitare i centri di servizio sociale in Ucraina e incontrare i rifugiati e tutti coloro che sono vittime della guerra. Secondo quanto riportato dalla Chiesa greco-cattolica, «la visita del legato pontificio in Ucraina non dovrebbe concludersi. Il Santo Padre gli ha dato istruzioni di rimanere in Ucraina il tempo necessario per fornire sostegno al popolo ucraino a nome della Sede apostolica in questi momenti drammatici della sua storia». «Papa Francesco – sottolinea nel comunicato monsignor Shevchuk – vuole essere presente di persona attraverso il suo legato. Ed è questo lo scopo della sua visita».
Non è stato ancora pubblicato il programma dettagliato della presenza del cardinale Krajewski in Ucraina, ma è noto che giovedì 10 marzo, visiterà i centri di servizio sociale e parteciperà a una preghiera congiunta con i rappresentanti del Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose.