Sono 23, saranno ordinati diaconi dall’Arcivescovo in Duomo il 28 settembre e diventeranno sacerdoti il 13 giugno del prossimo anno. Il loro motto è «Perché il mondo creda»
di Ylenia
Spinelli
«Perché il mondo creda». Si riassume in questo versetto del Vangelo di Giovanni la missione dei 23 candidati al presbiterato che il 28 settembre riceveranno l’ordinazione diaconale da monsignor Mario Delpini, alle 9 nel Duomo di Milano. Lo scorso 21 giugno la Commissione diocesana “De promovendis ad ordines sacros”, alla presenza dell’Arcivescovo, ha espresso parere positivo nei confronti dei candidati presentati dal rettore del Seminario, monsignor Michele Di Tolve; così questi giovani potranno intraprendere l’ultimo tratto del cammino di formazione che si concluderà con l’ordinazione sacerdotale del 13 giugno 2020.
I futuri preti della diocesi di Milano provengono principalmente dalla zona di Monza (7) e Lecco (6), hanno un’età compresa tra i 24 e i 37 anni e diversi percorsi di studio e lavorativi alle spalle. C’è uno storico, un avvocato, un medico, un matematico, un fisico, alcuni ingegneri, un fisioterapista, un educatore e un insegnante di religione. Ecco i nomi: Paolo Boldrini, Riccardo Cagliani, Francesco Castiglia, Marco Ciniselli, Marco Della Corna, Samuele Ferrari, Stefano Formenti, Alessandro Fornasieri, Riccardo Fumagalli, Luigi Marcucci, Marco Molteni, Luca Novati, Simone Paleari, Marco Ruffinoni, Alessandro Sacchi, Marco Sala, Daniele Saleri, Luigi Scarlino, Ronel Scotton, Giacomo Trevisan, Simone Trinchieri, Lorenzo Valsecchi, Simone Zappa.
Il motto che hanno scelto per essere accompagnati al presbiterato, «Perché il mondo creda» (Gv 17,21), è un impegno che ciascuno desidera assumersi con la propria vita. Inserito nel più ampio contesto della preghiera che Gesù rivolge al Padre nell’ora della Passione, il versetto giovanneo richiama infatti a due aspetti significativi per il ministero. Anzitutto “l’essere uno”: solo la comunione con Gesù e l’autentica fraternità, sostenuta dal pane della Parola e dell’Eucaristia, possono rendere credibile l’annuncio del suo Vangelo. Quindi “l’essere presi a servizio” per l’umanità. In altre parole, i candidati si impegnano affinché la loro stessa vita sia una testimonianza autentica, perché il mondo creda che ogni persona è amata e chiamata da Dio in modo del tutto speciale. Un’aspirazione impegnativa, ma che ha già contraddistinto il cammino dell’intera classe in questi anni di Seminario.
L’immagine che accompagna e rinforza il motto è un dipinto di Caspar David Friedrich, esponente del romanticismo tedesco. Si intitola Mattina sul Riesengebirge. A uno sguardo iniziale si nota il paesaggio montano e, in primo piano, svettante sulla cima più alta, una croce, unico elemento che supera la linea dell’orizzonte. Un’osservazione più accurata conduce a scorgere ai piedi della croce due personaggi: una donna vestita di bianco e un uomo vestito di nero. La donna, che rappresenta la Chiesa, è raffigurata sotto la linea dell’orizzonte, dunque sotto la croce; con una mano si aggrappa ai piedi del Crocifisso e con l’altra aiuta l’uomo, simbolo dell’umanità intera, nel suo cammino verso la cima, dunque verso Cristo.
Inutile dire che per i 23 candidati questo tempo estivo, in cui tutti stanno vivendo l’esperienza dell’oratorio feriale, sia già carico di attesa ed emozioni, sentimenti condivisi con gli amici, le famiglie, le comunità di origine e quelle che li hanno accolti in questi anni. Ad agosto, poi, li attende il baccalaureato, un periodo residenziale in Seminario per studiare e prepararsi alle due prove d’esame (una scritta e una orale), ma anche per vivere in fraternità e amicizia, rinfrancando i legami personali e la radicalità della scelta da loro compiuta.