L'Arcivescovo, all'ora di pranzo, ha visitato la storica Casa dell'Oftal per salutare i pellegrini in difficoltà. Prima di entrare ha parlato ai 44 giovani volontari del pellegrinaggio ambrosiano, provenienti da tutta la Diocesi
«Grazie per la testimonianza che offrite. I giovani che stanno accanto agli anziani malati sono un bene per tutti, una grazia che rende più saggi i primi e più vispi i secondi. Entusiasmatevi dell’ordinario».
L’Arcivescovo, all’ora di pranzo, visita la storica Casa dell’Oftal “Accueil Sainte Marie Frai” dove saluta i pellegrini in difficoltà. Ma, prima di entrare nella bella e luminosa struttura circolare e salire ai piani, parla ai giovani volontari. 44 per il pellegrinaggio ambrosiano, provenienti da tutta la Diocesi.
Accolto dal presidente generale, monsignor Paolo Angelini, dal delegato arcivescovile don Antonio Suighi, dall’assistente don Claudio Carboni, dai laici e dal personale, monsignor Delpini dice: «I giovani invece che lamentarsi dovrebbero mettere mano a cambiare le cose. La vostra giovinezza sia lieta e il guardare avanti fiducioso. C’è più bene che male nel mondo anche se è proibito dirlo perché sembra di essere ingenui».
E, poi, rivolto a tutti, pregando con i sofferenti – tra cui un suo compagno di Messa, don Ugo Arrigoni -, aggiunge: «I giovani di oggi si sottovalutano un poco, voi adulti potete aiutarli e avere stima di loro nel diffondere speranza a chi è più provato dalla vita. Nessuno di noi e cosi povero da non poter regalare un sorriso».