Don Franco Gallivanone, parroco di San Pio V e Santa Maria in Calvairate: «Il contributo ricevuto dalla Cei era più che sufficiente a compensare il calo delle entrate, così ne abbiamo donato una parte a un'altra comunità bisognosa». Molte offerte anche dai fedeli
di Cristina
CONTI
Stanno arrivando in queste settimane i nuovi fondi Covid che anche per quest’anno sono stati destinati alle parrocchie ambrosiane dalla Cei. Provengono dall’8×1000 e ammontano a 2,85 milioni di euro. I fondi vanno a compensare soprattutto le diminuzioni di offerte raccolte durante le celebrazioni domenicali o in momenti che solitamente venivano pensati per sostenere la parrocchia, come pranzi e cene comunitarie, banchetti o lotterie, situazioni che a causa della pandemia sono state ridotte o annullate.
Il contributo più alto è toccato alla parrocchia di Santa Maria in Calvairate a Milano. «Nell’estate 2020 abbiamo assistito a un significativo calo delle offerte a fronte delle normali spese correnti – spiega don Franco Gallivanone, parroco di San Pio V e Santa Maria in Calvairate -. La sospensione delle celebrazioni e delle attività parrocchiali ci hanno messo a dura prova. Così a fine anno è arrivato per noi un aiuto significativo da parte della Cei. Alla fine ci siamo resi conto che il contributo che ci è stato dato era più che sufficiente e così abbiamo donato una parte di quanto ricevuto a un’altra parrocchia bisognosa, che non aveva potuto ancora beneficiare di questi fondi». Un segno di vicinanza in un momento di grave difficoltà.
Importante, a questo proposito, è stato anche l’aiuto concreto di alcuni fedeli che non hanno mancato di far sentire la loro vicinanza in questo momento particolare. «Nonostante il venir meno delle offerte domenicali e le poche occasioni di incontro in presenza, sono stati tanti coloro che hanno deciso di intervenire con offerte personali, assegni e bonifici, spontaneamente e con senso di responsabilità per sostenere la chiesa di fronte a spese sempre forti, consapevoli che la pandemia ha ridotto notevolmente le entrate», precisa il parroco. Un intervento molto importante che ha permesso di far fronte a spese ordinarie, come le bollette, ma anche di venire incontro ai poveri, che in seguito alla pandemia e ai successivi lockdown sono aumentati notevolmente: persone che hanno perso il lavoro, messe in cassa integrazione o attività imprenditoriali che hanno cessato di esistere.
«A fine 2021, poi, sono diventato parroco anche di Sant’Eugenio, una parrocchia che aveva particolari problemi economici – aggiunge don Gallivanone -. Qui infatti, oltre alle spese ordinarie, si sono resi necessari lavori urgenti per riscaldamento, serramenti e fognatura, per i quali è stato chiesto un finanziamento al Comune. Senza il contributo della Cei non saremmo riusciti a far fronte a questi interventi».