Le parole di Benedetto XVI durante la celebrazione dell'Ora Terza presieduta in Cattedrale. Migliaia di presenti tra sacerdoti, diaconi, seminaristi, religiosi, religiose e claustrali
di Luisa BOVE
Papa Benedetto XVI era attesissimo in Duomo questa mattina per la celebrazione dell’Ora Terza. Al suo ingresso in cattedrale è stato accolto da una folla di fedeli – preti, seminaristi, diaconi, religiosi e religiose – con un applauso lungo e caloroso. L’arcivescovo Angelo Scola si è rivolto al Santo Padre ringraziandolo «per la sua impegnativa visita pastorale» alla Chiesa milanese in occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie. Ha ricordato il profondo legame della Diocesi ambrosiana con Pietro (già anticipato ieri dal Papa nel suo saluto in piazza Duomo) che ne conferma la cattolicità.
Della Chiesa ambrosiana il cardinale Scola ha sottolineato «la missionarietà» e «i tanti cambiamenti che stanno incidendo in modo rilevante sulle nostre persone e non mancano prove, sacrifici e sofferenze». In tutti però prevale «la rinnovata scelta quotidiana di accogliere l’invito di Gesù Cristo a seguirlo».
In Duomo risuonano salmi e canti all’unisono, dopo una breve lettura biblica Benedetto XVI che si è rivolto al clero ambrosiano e alle religiose con parole accorate. «Sono lieto di sostare in preghiera con voi» e un saluto particolare lo ha rivolto «ai malati o molto anziani». Ha ringraziato l’Arcivescovo per le sue parole e ricordato i predecessori Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi (citati anche dal cardinale Scola nel suo intervento). Più avanti ricorderà che la Chiesa ambrosiana «ha dato uomoini insigni nella santità»: Pio XI, Paolo VI, Andrea Carlo Ferrari e Alfredo Ildefonso Schuster.
Un dono prezioso
Il Papa ha parlato del sacerdozio come «dono prezioso» e ha aggiunto: «Cari seminaristi imparate a gustarlo fin da ora». Quindi ha citato un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo Montini ai preti novelli nel 1957 e riprendendo il Concilio Vaticano II ha ricordato che «Cristo rimane sempre il principio e la fonte di unità di vita dei presbiteri». E se «l’amore per Gesù vale per tutti i cristiani», ancora di più è per i consacrati. A loro dice: «Guardate al futuro con fiducia, contando sulla fedeltà del Signore che non mancherà mai».
Nella nostra diocesi (e di questo il Papa ha ringrazia) esiste «una schiera di sacerdoti ambrosiani, religiosi e religiose» che sono oggi modello per tutta la Chiesa. Il Pontefice ha ricordato quindi i beati Luigi Talamoni, Luigi Biraghi, Luigi Monza e Carlo Gnocchi, ma anche Giovanni Mazzucconi, Luigi Maria Monti e Clemente Vismara, con Maria Anna Sala e suor Enrichetta Alfieri.
Ma Benedetto XVI non può dimenticare che «le famiglie cristiane sono luoghi di grazia e di santità, terreno fertile per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata».
Al termine della recita dell’Ora Terza il Santo Padre è sceso nello Scurolo di San Carlo per raccogliersi in preghiera e venerare le reliquie del santo.