Il motto è «Pellegrini nella speranza». Monsignor Fisichella: «Vogliamo coinvolgere tutti». Il cardinale Parolin: «Responsabili nella costruzione di un mondo migliore»

di Maria Michela Nicolais
Agensir

Monsignor Rino Fisichella e il logo (foto Siciliani / Gennari / Sir)
Monsignor Rino Fisichella e il logo (foto Siciliani / Gennari / Sir)

Svelato il logo del Giubileo voluto dal Papa per il 2025. A illustrarne il significato, durante la prima conferenza stampa delle iniziative giubilari, svoltasi nella Sala Regia, è stato monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione.

Il significato

Nel logo, scelto tra 294 proposte provenienti da 213 città e 48 Paesi diversi, con il colore verde campeggia il motto del Giubileo 2025, «Peregrinantes in Spem» (Pellegrini nella speranza). «Rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra – ha spiegato Fisichella -. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. L’apri-fila è aggrappato alla croce: è il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità. Le onde sottostanti sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che la parte inferiore della Croce si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso».

«Come si sa, l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza», ha ricordato Fisichella a proposito del logo, scelto personalmente da papa Francesco tra le tre proposte vincitrici: «L’ancora di speranza è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste».

L’immagine del logo, inoltre, «mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario, con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce. La Croce non è affatto statica, ma anch’essa dinamica, si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza».

«Ho immaginato gente di ogni colore muoversi da ogni parte della terra verso un futuro comune, e verso una Croce che è Gesù stesso – ha spiegato l’ideatore del logo, Giacomo Trevisani -. Ho immaginato il Papa guidare l’umanità attraverso una Croce che diventa àncora, e noi stringerci a lui, simbolizzando i pellegrini di ogni tempo».

Guardare al futuro con animo aperto

«Che possa diventare per il mondo intero un contenuto da sperimentare», l’auspicio del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che ha tracciato un parallelo tra il motto del Giubileo e la situazione attuale: «In questi anni, e soprattutto in questi ultimi mesi, ci invita a tenere fisso lo sguardo sulla speranza, che non a caso è una virtù teologale posta a fondamento stesso della vita cristiana. Ci richiama tutti a essere responsabili costruttori di un mondo migliore, come ha scritto papa Francesco nel messaggio per il Giubileo, per guardare al futuro con animo aperto». Il prossimo appuntamento giubilare, per il Cardinale, «è una bella opportunità per Roma e l’Italia, come momento qualificante dell’accoglienza di milioni di pellegrini e turisti che giungeranno, per vivere un evento di fede, ma anche culturale e di ammirazione per questi splendidi luoghi».

«C’è una bella collaborazione tra la Santa Sede, l’amministrazione comunale, la Regione e le altre autorità. Vogliamo coinvolgere tutti – ha proseguito monsignor Fisichella -. La dimensione del decoro è sentita da tutti, è una di quelle prospettive che maggiormente trovano impegnate le persone responsabili. È ovvio che non ci si improvvisa, ci sono i tempi tecnici, una lunga burocrazia, ma io sono molto fiducioso che Roma sarà dare il meglio di sé».

La prossima tappa dell’itinerario giubilare sarà la presentazione dell’inno. A settembre, inoltre, sarà online l’apposito sito ed entro l’anno verrà stilato un calendario dei grandi eventi – dedicati a specifiche categorie di persone, tra cui le famiglie, i bambini, i nonni, i disabili, gli sportivi, gli ammalati, i poveri e i carcerati -, che vanno ad aggiungersi alle iniziative predisposte dalle diocesi.

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