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Redazione

«Ho prenotato per due, oggi si va’ in aereo a Livingstone , un amico ci ha messo a disposizione il suo motel, tutto compreso!». Un piccolo aereo a 12 posti è lì sulla pista. Faccio quasi fatica ad entrare dalla piccola porta per poi sedermi su una panca, però in una posizione così vicina al pilota che mi permette di controllare gli strumenti di volo. L’aereo è pieno, si parte senza tante storie e ci si trova un po’ traballanti a 25.000 piedi d’altezza.

Quei seicento chilometri di strada che altre volte avevano richiesto dieci ore di macchina e tanti scossoni, vengono adesso annullati senza fatica in quarantacinque minuti! C’è un giovane sacerdote ad attenderci, con tanta cordialità e disponibilità, parla anche italiano ed era stato a confessare da me a Cologno Monzese nella Pasqua del 2002. Il giretto in città dura pochi minuti e ci troviamo subito nel motel accogliente dell’amico dell’Arcivescovo, ricevuto naturalmente con onore. E’ l’ora del pranzo, ci sediamo a tavola, dopo che il cameriere ci ha versato l’acqua sulle mani, come da tradizione.

La città di Livingstone prende il nome dall’esploratore inglese David Livingstone che nel 1855 per primo si trovò davanti ad una delle meraviglie del mondo: le cascate del fiume Zambesi, battezzate da lui “Cascate Vittoria” in onore della regina d’Inghilterra.

Solo due ore per lodare Dio, guardando quella massa d’acqua che precipita per 100 metri mandando spruzzi e creando arcobaleni dappertutto. Qui dovrei semplicemente inserire le 50 foto scattate e permettere a ognuno dei miei quattro lettori di godersele, sorseggiandole una a una magari per scegliere la più significativa e farne un poster. Non siamo in alta montagna, è una pianura sconfinata, ma qui la terra si è spaccata e il fiume largo più di un chilometro precipita giù nella sua corsa verso il lontanissimo Oceano Indiano.

C’è tanto rumore e anche tanto silenzio, colori che cambiano con il camminare del sole nel cielo per poi diventare visione mozzafiato nei venti minuti del suo tramonto. San Francesco d’Assisi pregherebbe: “Laudato sii, mio Signore, per sora acqua e frate sole, tue creature”. Andiamo a letto presto, alle 21, stanchi dopo tante emozioni.

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