L’annuncio del Ministro delle Infrastrutture alla Settimana sociale: «C’è già un primo ok di Camera e Senato. L’attività economica non può andare a discapito della salute e dell’ambiente»

Enrico Giovannini
Enrico Giovannini

«La sostenibilità non è soltanto una questione ambientale, ma anche economica, sociale e istituzionale». Ne è convinto il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, intervenuto alla seconda giornata della Settimana sociale in corso a Taranto. «La conversione ecologica, non solo la transizione ecologica, a cui ci richiama papa Francesco è possibile», ha esordito Giovannini, che partendo da una frase evangelica – «Il Regno dei cieli è vicino» – ha affermato che «siamo in un kairòs, siamo chiamati a dare il nostro contributo in maniera straordinaria. Dobbiamo balzare in avanti».

In questo senso, per il Ministro, il titolo della Settimana sociale «è un invito a sperare nel futuro, in un futuro che noi oggi abbiamo la possibilità di realizzare». «Tra qualche mese – ha annunciato Giovannini – il Paese deciderà di cambiare la propria Costituzione per inserirvi il principio della giustizia tra le generazioni, che non c’è ancora. Il Senato e la Camera hanno già dato l’ok in prima lettura». «L’attività economica non può andare a discapito della salute e dell’ambiente», il principio innovativo che verrà inserito nella nostra Carta costituzionale, e che ha a che fare sia con l’art. 41 che con l’art. 9. «Se l’avessero inserito un po’ di tempo fa, tutta una serie di scelte sarebbero state dichiarate incostituzionali», il commento di Giovannini, che ha ricordato di aver iniziato a condurre questa “battaglia” cinque anni fa con l’Asvis, trovando porte sbarrate.

«Lavorare insieme per cambiare, perché tutto è connesso – l’invito di Giovannini alla platea di Taranto -. Al centro del Pnrr e del Next Generation Eu c’è il tema di non danneggiare l’ambiente. Nei prossimi giorni, con la legge di bilancio, approveremo gli investimenti in un’ottica decennale. Il concetto di resilienza ha a che fare con l’accettare che il futuro sarà fatto di shock, sanitari, economici, sociali, ma gli shock hanno anche una valenza positiva», ha concluso il Ministro esortando a «trasformare i problemi in una soluzione». «Proteggere preparare, prevenire, promuovere, trasformare – i verbi con cui deve avere a che fare la politica -. Viviamo un tempo difficile ma interessantissimo. È il momento giusto per la trasformazione verso il pianeta, la società e le persone che speriamo».

«Lavorare per il sociale è lavorare per lo sviluppo»

«Il lavoro che si fa sul sociale non è cosa diversa dal lavoro per lo sviluppo». A testimoniarlo, durante la seconda giornata della Settimana sociale, è stato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud. «Chi fa assistenza domiciliare agli anziani, che gestisce i beni confiscati alla mafia, deve essere consapevole che in quel momento sta facendo due operazioni: non sta compiendo solo un atto di solidarietà e di lotta alle disuguaglianze, ma sta costruendo lo sviluppo». E proprio di «organizzare percorsi di inclusione sociale» si occupa la Fondazione con il Sud, soprattutto per l’inclusione dei soggetti più fragili. «Valorizzare il bene comune con un’attenzione particolare ai beni confiscati alla mafia; lottare contro la povertà attraverso programmi educativi che coinvolgono mezzo milione di minori; promuovere la parità di genere e favorire il reinserimento sociale dei detenuti»: queste alcune attività della Fondazione. La tutela e la valorizzazione permanente è l’ultimo versante su cui si stanno concentrando le iniziative più recenti.

«Una transizione ecologica anche nella Chiesa»

Nella Chiesa serve una «ecologia ecclesiale» e «una transizione ecologica per introdurre fonti di energia alternativa». Ne è convinta la biblista Rosanna Virgili, che ha aperto la seconda giornata della Settimana sociale con una riflessione biblica sul racconto della creazione. «Custodire è l’arte della fraternità – ha spiegato Virgili -. Ognuno di noi è custode non solo della terra, ma di ogni creatura che la abita: siamo nodi di una rete di relazioni che unisce il presente al futuro e fa spazio a coloro che verranno. La creazione è un work in progress. Anche la Chiesa è metaforicamente un giardino dell’Eden, che deve essere coltivato e custodito. Occorre anche una ecologia ecclesiale, che concepisce la Chiesa come uno dei diversi fiumi nel giardino della fratellanza universale».

Di qui la necessità di «riconoscere la debolezza di un modello di uniformità», a favore invece di «un modello basato, come dice San Paolo, sulla varietà di carismi. È urgente una transizione ecologica nella Chiesa, per introdurre fonti di energia alternativa – ha concluso Virgili -. Bisogna coinvolgere tutti i credenti nella responsabilità di scelte doverose e necessarie».

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