Don Gabriele Gerosa, responsabile della Pastorale giovanile del Decanato che ha ricevuto la visita pastorale dell’Arcivescovo, sottolinea il grande affiatamento all’interno del gruppo, malgrado la difficoltà dovuta all’esigenza di trasferirsi altrove per motivi di studio o lavoro

di Cristina CONTI

Don Gabriele Gerosa
Don Gabriele Gerosa

Si chiude oggi la visita pastorale dell’Arcivescovo al decanato di Porlezza, nel corso della quale venerdì 21 agosto ha incontrato i giovani del territorio. «Nel nostro Decanato ci sono quattro comunità pastorali, per un totale di 20 parrocchie e di circa 12 mila abitanti – spiega don Gabriele Gerosa, responsabile della Pastorale giovanile decanale -. Ci troviamo al confine con la Svizzera e questo è molto importante per capire tante particolarità della nostra zona».

Quali sono le sfide che deve affrontare il vostro gruppo di giovani?
I nostri paesi si trovano molto lontani da città come Milano. Quando i ragazzi finiscono la scuola superiore, solo in pochi casi continuano con l’università, perché non tutti sono disposti a trasferirsi per frequentarla. La maggior parte va subito a lavorare in Svizzera. L’80-90% dei nostri parrocchiani, infatti, lavora lì e dunque anche per i ragazzi è più facile trovare un’occupazione attraverso la propria rete di amici, conoscenti e parenti che sono già frontalieri, e le esperienze di alternanza scuola-lavoro. Da un lato questa situazione è difficile perché, arrivato a un certo punto, il gruppo non continua il cammino parrocchiale e di oratorio: la sfida sarebbe quella di fare in modo che i ragazzi possano continuare a frequentare. Dall’altro qui è molto facile trovare lavoro, anche per i giovani.

Cosa avete organizzato nei vostri oratori in questa estate molto particolare?
Anche se gli oratori in tutto sono quattro, e di solito ognuno fa da sé per le attività estive, abbiamo organizzato un unico centro estivo. L’elemento positivo è la meravigliosa sintonia, che da sempre c’è tra i nostri gruppi e che ci ha aiutati anche in questa occasione. Quando ci si trova insieme è facile decidere come svolgere le diverse iniziative a livello decanale, ci si trova bene. Il nostro, poi, è un Decanato piccolo e riusciamo a organizzarci in poco tempo.

E durante l’anno, cosa fate?
Ogni oratorio ha il suo cammino autonomo per catechesi e iniziazione cristiana. Anche i ragazzi delle medie e delle scuole superiori frequentano percorsi diversi nelle singole realtà. Ci sono poi alcune iniziative, come i ritiri di Avvento e di Quaresima, un’esperienza comunitaria durante le vacanze di Natale, per festeggiare insieme il Capodanno, e il corso animatori, che di solito precede l’oratorio estivo, organizzati a livello decanale. I momenti in comune, come dicevo, vedono sempre prevalere l’affiatamento e la sintonia. E questa è una cosa che mi ha sempre colpito, fin da quando sono arrivato qui. I ragazzi, infatti, anche se sono di paesi diversi, frequentano le scuole superiori a Menaggio, Porlezza o Como, e questo facilita molto l’integrazione tra loro. In altri contesti si fa sempre molta fatica a coinvolgere i ragazzi nelle esperienze decanali. Qui, invece, non si fa fatica a ritrovarsi insieme, anzi c’è molto entusiasmo. E ovviamente tutto ciò va a beneficio delle iniziative che si organizzano in fretta, con affiatamento e senza particolari problemi.

Come avete preparato l’incontro con l’Arcivescovo?
All’inizio si pensava a un incontro in oratorio o in chiesa. Ma, data l’emergenza, abbiamo pensato di coinvolgere i ragazzi per tutta la giornata, dalla mattina al pomeriggio, con una bella camminata all’aperto nel nostro territorio, bellissimo dal punto di vista paesaggistico: una sorta di pellegrinaggio alla chiesa di Santa Giulia, santuario vicino a Porlezza, arrivando in auto fino a Claino e poi proseguendo a piedi, con momenti di meditazione personale e di silenzio. C’è stata poi la possibilità di confessarsi con l’Arcivescovo, di partecipare alla Messa e al pranzo. Una bella giornata, nel rispetto delle norme necessarie per affrontare questo momento di emergenza sanitaria».

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