Il 28 aprile a Magenta e Mesero, alla presenza dell’Arcivescovo, gli ultimi eventi promossi per celebrare il centenario della nascita della Santa. Don Giuseppe Marinoni, Prevosto di Magenta, traccia un bilancio dell’anno
di Annamaria
Braccini
«L’Arcivescovo ci ha sempre donato la sua presenza e la sua parola e così farà anche venerdì 28 aprile: al mattino sarà presente a Mesero e celebrerà la Messa presso la tomba di Santa Gianna; alla sera, alle 21, sarà a Magenta nella Basilica di San Martino per una celebrazione eucaristica». Così don Giuseppe Marinoni, prevosto di Magenta e responsabile della Comunità pastorale Santa Gianna Beretta Molla e San Paolo VI, illustra gli ultimi eventi a conclusione dell’anno centenario di Santa Gianna (leggi qui).
La celebrazione in Basilica vedrà anche la chiusura della Porta Santa…
In questo ultimo anno sono state aperte quattro Porte Sante, tre delle quali nei luoghi caratterizzati dalla vita di Santa Gianna: la prima a Magenta, dove è nata, si è sposata, si è formata e ha vissuto il suo apostolato nell’Azione Cattolica e nella Conferenza della San Vincenzo; la seconda nella chiesetta della Madonna del Buon Consiglio di Ponte Nuovo, dove ha vissuto da sposa e da madre, in cui si è spenta e si sono celebrati i suoi funerali; la terza nel Santuario di Mesero, il luogo dove ha esercitato la professione. Il 28 aprile verranno chiuse le Porte di Magenta e Ponte Nuovo. Poi l’Arcivescovo chiuderà la quarta Porta Santa a Trezzano sul Naviglio, nella chiesa dedicata a Santa Gianna.
Si può già stilare un bilancio di questo anno?
Due erano gli scopi: il primo, far conoscere Santa Gianna, nella consapevolezza che proprio qui, nella sua terra, non è molto conosciuta. Per esempio, nella nostra Comunità pastorale, durante la benedizione delle case, per tutto lo scorso anno dopo il Covid, abbiamo lasciato un libretto con la storia della sua vita. A questo proposito, sono stati promossi due convegni nei mesi scorsi: uno a Magenta, «Sorridere a Dio», e uno a Milano, nella sede dell’Ac ambrosiana – promotrice di questo anno centenario insieme alla Diocesi -, dal titolo «La cura come consolazione». Inoltre il 21 aprile scorso, a Magenta, si è svolto l’incontro «L’eterno presente di Dio», dove è stato presentato il libro I fioretti di santa Gianna. Il secondo scopo è quello di ricordare che c’è una prospettiva della chiamata alla santità rivolta a tutti: una santità che non è fatta di mezzi straordinari, ma di una vita normale che si lascia plasmare dall’incontro con Cristo.
Avete raggiunto questi obiettivi?
Il secondo è un obiettivo che vede il Signore nei cuori di ognuno. L’altro, in parte, pensiamo di sì, perché si è mossa la sensibilizzazione popolare. Pensavamo forse di avere maggiore movimento, anche se Santa Gianna qui non è ancora popolarissima. Lo è molto di più in terre lontane da noi: abbiamo ricevuto gruppi dalla Polonia, dal Brasile, dal Canada…
Il 28 aprile parteciperanno anche i figli della Santa?
Giannina non sarà presente, perché è ancora in America, ma ci saranno Pierluigi e Laura, che hanno preso parte molto spesso ai nostri eventi. Anche la sorella di Santa Gianna, madre Virginia Beretta, Suora canossiana, è sempre venuta, nonostante sia quasi centenaria.
L’Arcivescovo visiterà anche la casa che fu di Santa Gianna…
Nel pellegrinaggio del mese scorso a Roma – eravamo un’ottantina di persone – , il Papa ha firmato una pergamena che firmerà anche l’Arcivescovo, nella quale sono indicati i tre scopi di questa casa: tenere salva la memoria della Santa che lì è vissuta ed è morta; essere luogo per la pastorale familiare, dove le famiglie e le coppie di sposi possano conoscere la sua figura; essere sede di un’associazione attenta alla diagnosi prenatale. Due anni fa la casa è stata donata alla parrocchia di Ponte Nuovo e adesso, in accordo tra parrocchia, Comunità Pastorale e Diocesi, ci apprestiamo a restaurarla: L’idea è di inaugurarla il 28 aprile 2024.