Il Vescovo di Vigevano e delegato Cel per la Pastorale giovanile illustra stile e finalità dell’incontro del 10 dicembre a Sotto il Monte, con il quale il percorso regionale passerà alla fase diocesana

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Monsignor Maurizio Gervasoni durante il primo incontro di «Giovani e Vescovi» a Milano

di Letizia GUALDONI

Non ci si è fermati, dall’evento di apertura del 6 novembre 2021, con i 200 giovani e i Vescovi della Lombardia. I passi stanno proseguendo. Ma «i tempi “pastorali” sono diversi da quelli dettati da una cultura come la nostra – spiega monsignor Maurizio Gervasoni, Vescovo di Vigevano e delegato della Conferenza episcopale lombarda per la Pastorale giovanile regionale -. Bisogna capire quali sono le difficoltà, le prospettive e insieme progettare dei percorsi, che vanno condivisi, attuati e verificati. Questo ha bisogno di tempo e di uno stile sinodale, che possa condividere i valori nella comunione della vita».

Il 10 dicembre a Sotto il Monte sarà l’occasione per “rilanciare” il cammino comune, a seguito della sintesi elaborata nel corso di quest’anno, dopo l’incontro di Milano. «Sarà un incontro che va oltre la visione complessiva dello scorso anno – sottolinea Gervasoni -, dove la finalità era che giovani e Vescovi, insieme, si trovassero a discutere sui 5 sentieri, verso un punto di vista diverso: “Come possiamo insieme prenderci carico dei giovani su questi temi, per il loro futuro?”».

Due visioni del mondo

Qual è l’intento complessivo dell’iniziativa? «Assumere una pastorale giovanile rinnovata che faccia del dialogo e della valorizzazione del modo di vedere delle giovani generazioni il centro per il futuro della nostra Chiesa, attraverso un confronto con due visioni del mondo e della realtà diverse, che sono quella dei Vescovi – quindi della Tradizione e della fedeltà al mandato apostolico – e quella dei giovani, che raccontano i loro pensieri, il loro modo di guardare il mondo e di incontrare i loro coetanei, gioie e fatiche di appartenere oggi al Signore e alla Chiesa: si desidera consegnare nelle mani dei giovani quanto abbiamo di più prezioso, perché la loro esistenza sia più solida e più bella, consapevoli che la figura di Gesù risulta una figura di discernimento fondativo. Questo atteggiamento ermeneutico, profetico e missionario è alla base di questo confronto».

Il 10 dicembre non sarà, ovviamente, una replica di quanto vissuto il 6 novembre 2021. Alla luce delle sintesi del lavoro svolto, si propone l’iniziativa di allargamento della platea di giovani coinvolti, collocandola all’interno di ciascuna diocesi. Sarà poi compito di ogni diocesi lombarda elaborare il percorso di dialogo con i giovani. Con un valido aiuto: la collaborazione dei 200 giovani che già avevano preso parte al percorso. Alla fine del cammino di ascolto e di dialogo, i risultati di ciascuna diocesi saranno messi in comune e rielaborati per offrire linee guida a livello diocesano e anche per eventuali indicazioni di pastorale regionale.

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