«L’ambiente è la nostra casa e deve dare da vivere, non far morire - sottolinea la presidente di Cittadini per l’Aria, partecipante all’incontro di sabato 27 novembre -. Chiediamo che il mondo ecclesiale sostenga e prenda su di sé il grido dei cittadini che chiedono un cambiamento»

di Annamaria Braccini

Cittadini per l'Aria
da www.cittadiniperl'aria.org

«L’attesa è che il mondo della Chiesa, che ha un testimone e un esponente cruciale anche sotto il profilo ambientale come papa Francesco, sostenga e prenda su di sé il grido dei cittadini che chiedono un ambiente diverso». A dirlo è Anna Gerometta, milanese, presidente dell’associazione Cittadini per l’Aria, una delle realtà che parteciperà all’incontro di sabato 27 novembre in San Giorgio. «La Lombardia è un territorio martoriato sotto vari profili – come l’aria, la terra, l’acqua – e riteniamo che la Chiesa, su questo, possa avere un ruolo decisivo. Tanta parte della politica si riconosce nella Chiesa, quindi, una sua presa di posizione su questi temi, anche localmente e a livello regionale, crediamo che potrebbe fare la differenza», aggiunge Gerometta.    

Che cosa vi attendete da questo dialogo?
Non c’è dubbio che le aspettative siano elevate, quanto è elevata la sofferenza dei cittadini: la Lombardia, in base ai dati dello studio realizzato dai massimi ricercatori di tutta Italia sull’impatto dell’inquinamento nel nostro Paese, rappresenta un terzo delle morti italiane riferibili alla qualità dell’aria.

Anna Gerometta

Anna Gerometta

In questo contesto si tratta anche di richiamare le ricadute concrete sul territorio di quanto papa Francesco chiede con la sua enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune. Avanzerete richieste precise?
Le richieste saranno probabilmente veicolate e condivise dalla Rete che rappresenta un polo di cittadini davvero numeroso. Certamente, dal nostro punto di vista, c’è una richiesta di aiuto e di supporto sul tema della salvaguardia dell’ambiente, anche dal punto di vista etico e religioso, per noi, ma soprattutto per i nostri figli.

È un tema che deve stare a cuore a tutti, ma ai cattolici in modo particolare, anche per una questione di giustizia sociale…
Qui c’è gente che muore: come rimanere indifferenti di fronte a un ambiente che non è più in grado di soddisfare i nostri bisogni primari, ovvero non ammalarci per l’aria che respiriamo, per l’acqua che beviamo, per la terra in cui coltiviamo i nostri prodotti? L’ambiente è la nostra casa e deve dare da vivere, non far morire. Per questo l’impegno è fondamentale, richiede attività e non dovrebbe conoscere momenti di tregua. Per esempio con la nostra associazione onlus nell’ultimo anno abbiamo realizzato campagne di scienza partecipata in diverse città, non solo a Milano, ma anche a Roma e a Napoli.    

 

 

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