Il Vicario episcopale monsignor Luca Bressan commenta positivamente l’undicesimo incontro svoltosi recentemente al Teatro Alle Colonne: «Tutti si sono messi in gioco manifestando la volontà di lavorare insieme»
di Luisa BOVE
Si è tenuto domenica 19 marzo l’XI incontro del Forum delle religioni a Milano, occasione di celebrazione e di festa che conferma il comune impegno di dialogo e di pace in città. Un appuntamento che si ripete ogni anno, spiega monsignor Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale: «L’anno scorso, per il decennale, ci siamo ritrovati in Arcivescovado dal cardinale Scola. Era il 22 marzo, giorno in cui ci sono stati gli attentati a Bruxelles. Ricordo che era pomeriggio e dicevamo che l’alternativa a un mondo in cui tutti sono contro tutti era quello di creare un tavolo in cui le religioni mostrano che insieme lavorano per la pace e cercano una dimensiona trascendente dell’uomo. Senza trascendenza e senza spiritualità tutti ci perdiamo».
Al Forum, in questa occasione tenutosi al Teatro Alle Colonne, erano presenti le principali tradizioni religiose (cristianesimo, ebraismo, islam, induismo, buddismo) per dialogare e impegnarsi per il bene della città. «Quest’anno – spiega Bressan – la festa voleva raccogliere tutti i simboli usati nel corso degli anni in questo lavoro di dialogo: l’acqua, il seme, la luce».
All’incontro ha parlato per l’islam il sufi Mohsen Moueli, per l’induismo è intervenuto Ravichandra, per il buddismo c’era Michel, un giovane monaco che risiede a Verbania e che nel suo peregrinare per il mondo, a partire dalla tradizione buddista, ha trovato un modo per ricostruire la propria identità e camminare; per la comunità ebraica ha preso la parola David Romano e per il cristianesimo Dorote Mark della Chiesa evangelica metodista. Ogni rappresentante ha sottolineato l’importanza della dimensione spirituale nella costruzione degli uomini e del loro vivere insieme. Poi è intervenuta anche la vicesindaco Anna Scavuzzo, «che ha ribadito l’importanza per le istituzioni del dialogo tra le religioni e allo stesso tempo ha riconosciuto il protagonismo delle religioni sull’alleanza di pace».
Tre sono gli aspetti sottolineati da Bressan: «Abbiamo l’obbligo del confronto: un tavolo del dialogo fa bene alla nostra fede perché la purifica e ne usciamo più radicati». E aggiunge: «L’impegno era di trovarci insieme per approfondire i temi su cui lavorare e camminare, primo fra tutti la spiritualità». E così è stato. Terzo aspetto: «Volevamo offrire alla città un esempio di cosa voglia dire vivere in pace, che non significa essere isolati, ma costruire relazioni anche profonde, rispettando la diversità dell’altro».
«Al Forum delle religioni tutti si sono messi in gioco», dice soddisfatto Bressan. C’è stata una bella intesa, confermata anche nei messaggi scambiati nei giorni successivi «sulla volontà delle varie tradizioni di lavorare insieme». Tuttavia, come ha ricordato Mohsen Moueli, la questione della moschea è ancora aperta. «Anche il mondo induista non ha un luogo in cui pregare, ma le dimensioni numeriche degli induisti non sono paragonabili a quelle dei musulmani». Per monsignor Bressan «è utile rilanciare il valore del Forum che, anzi, va potenziato, seppure sia uno stumento imperfetto perché non raccoglie tutte le tradizioni presenti sul territorio». E conclude: «Noi abbiamo bisogno di luoghi in cui sedersi insieme e dialogare».