Si è svolta, in modalità Zoom, l’assemblea regionale per i 100 anni dell’Unitalsi lombarda a cui ha partecipato, con una sua meditazione, l’Arcivescovo. Presente anche Giuseppe Maino, presidente della BCC-Milano, l’Istituto che sta sostenendo il “Progetto dei Piccoli”
di Annamaria
BRACCINI
La banca del tempo, del sorriso e quella della speranza, tanto reali, per chi fa il bene, quanto le banche che sul territorio che, concretamente, operano, ascoltando i bisogni dei più fragili e sostenendo le necessità, così come fanno, da più di un secolo, gli Istituti di Credito Cooperativo-BCC.
L’Assemblea regionale dell’Unitalsi lombarda, riunita, in modalità Zoom con la partecipazione dell’Arcivescovo e del presidente della BCC-Milano, Giuseppe Maino – la Banca sta sostenendo l’importante “Progetto dei Piccoli” unitalsiano -, è anche questo: un modo per confrontarsi sul momento presente, sulle sfide che attendono domani, consapevoli di 100 anni di storia e decisi a continuare con sempre maggior forza e impegno.
Il primo saluto – sono collegati 23 presidenti di Sottosezione più alcuni consiglieri eletti – «e l’augurio, anzitutto, per l’Arcivescovo, anche per i suoi interventi di speranza che fanno risuonare la Parola di Dio», viene da monsignor Roberto Busti, vescovo emerito di Mantova e assistente della sezione lombarda Unitalsi. «Questa assemblea del centenario non può essere solo un ricordo, ma è un guardare avanti», dice.
È, poi, la volta del carismatico presidente della Sezione, Vittore de Carli.
«Oggi iniziamo il 2021, anno di festa per l’Unitalsi lombarda: sono 100 anni di vita, di impegno, di gioia e di memorie. Tanti sono i modi per celebrare il secolo di vita di un’Associazione: medaglie commemorative, convegni e discorsi, feste, pranzi. All’Unitalsi lombarda è toccato un modo molto particolare: una pandemia». Giorni, mesi di difficoltà come nel 1921 – «quando nasceva, in un’Italia ancora sconvolta dalle ferite di una lunga guerra e nell’incertezza di una difficile pace sociale. Ferite ed insicurezze diverse, oggi, per le quali, più che mai, occorre avere punti saldi di riferimento, sia nella vita civile che in quella delle nostre comunità».
Il richiamo è alla pandemia che, solo in questa settimana, ha visto la scomparsa di 8 soci dell’Associazione, tra cui 3 sacerdoti, e che ha colpito Unitalsi nel suo compito fondante: il pellegrinaggio ai Santuari mariani.
«Siamo ricchi di esperienze e tradizioni che provengono da una storia costruita in 100 anni e insieme ci dobbiamo presentare poveri di fronte al futuro, pronti a imparare e a metterci in discussione, individuando nuovi campi di azione e metodi di prossimità a coloro che, anche nel variare dei tempi, sono nella difficoltà e nella malattia. Abbiamo la gioia di essere e di avere tanti amici che ci staranno vicini in questa opera di rifondazione».
L’intervento dell’Arcivescovo
Amici come monsignor Delpini che, avviando la sua meditazione di incoraggiamento – come la chiama -, esprime «gratitudine, affetto e apprezzamento per il patrimonio che Unitalsi ha accumulato in questi 100 anni. Patrimonio che rende ricchi e fieri gli unitalsiani».
Prendendo spunto dalla presenza del presidente Maino «alla guida di una banca di Credito cooperativo, che non ha lo scopo di arricchire azionisti, ma di mettere a disposizione risorse per il territorio, destinandole a opere utili», il vescovo Mario, propone, così, di fondare altre 3 banche
Anzitutto, «la banca del tempo, un istituto dove depositare il tempo che avremo, che richiede quell’arte difficile che è dare una regola al tempo. Depositare il tempo è un modo per dire: “Io ci sono, puoi contare si di me”. Non è un momento di entusiasmo momentaneo, ma è prendere un impegno. Mi pare che Unitalsi abbia imparato a gestire con molta sapienza questa banca».
Banca simbolica i cui soci sono i volontari «che depositano il loro tempo. Banca strana, ma necessaria che è propria di chi lavora per l’eternità, rendendo un premio che non è calcolabile, perche le opere che abbiamo compiuto sono scritte nella vita eterna. Banca da vivere con uno spirito di appartenenza su cui si può contare».
Poi, «la banca del sorriso. Banca che non ha orari, che non fa preferenze, che non pone condizioni, permettendo solo alla gioia di apparire sul volto. Non è un Istituto, è piuttosto un investimento; chi ha un sorriso da donare lo regala, per esempio in ufficio, lo deposita, lo invia lontano, si serve della rete per farlo giungere anche dall’altra parte del mondo, ma l’investimento più efficace è quello che si compie di persona, nei rapporti ordinari, nelle amicizia durature, nelle forme di alleanza che si stabiliscono come nei pellegrinaggi. Seminiamo sorrisi perche si moltiplichino, perché chi ha meno sorriso possa raccogliere quello di chi ne ha di più. Oggi la maschera di malumore sembra nascondere la possibilità del sorriso in noi, tempio dello Spirito santo. Semina un sorriso e sorriderà l’intera terra dove abiti», aggiunge l’Arcivescovo, sottolineando l’incongruità di atteggiamenti tanto diffusi di scoraggiamento, per cui «in Italia pare quasi che vi sia una frattura tra l’essere fieri di sé, di quello che si fa, del bene che si offre e, invece, l’esprimere tristezza e disperazione».
Infine, «la banca delle storie, un sorta di credito cooperativo dove posso depositare la mia storia, perché grazie alla mia esperienza, qualcun altro sarà aiutato a scrivere la sua storia. Depositare storie è un’opera complessa perché chiede di interpretare il vissuto, di dare un nome ai sentimenti, alle lacrime, alla gioia, comunicandole in maniera comprensibile». Insomma, un esercizio difficile, ma che «semina speranza», come il libro scritto da Vittore De Carli, “C’è una veste bianca anche per noi” (Lev, 2020) con le sue 16 storie.
«Un libro come questo è una banca che dispone di un patrimonio inesauribile, anche perché ogni storia, già scritta e finita, diventa una storia che comincia, che continua, che si sviluppa in chi la legge».
«Vorrei invitare a celebrare questo centenario con l’impegno a sviluppare queste tre banche che l’Unitalsi da 100 anni ha fondato: la banca del tempo, la banca dei sorrisi e la banca delle storie. Con l’aiuto della Banca di Credito Cooperativo possiamo edificare una nuova sede delle tre banche: il “Progetto dei bambini”, una casa dove si deposita un po’ di tempo, perché chi ne ha bisogno sappia che può contare su qualcuno, una casa dove si seminano sorrisi perché possano crescere alberi di gioia, una casa dove si depositano storie perché chi si sente confuso e perduto possa dare un nome a quello che vive e farne una storia».
Un auspicio raccolto dal presidente Maino che ha illustrato brevemente la nascita delle BCC – sulla scia della prima Enciclica sociale della Chiesa, “Rerum Novarum” promulgata da Leone XIII nel 1891 – e della BCC Milano, fondata da don Enrico De Gasperi, arciprete di Carugate, nel 1953. .
«Ci impegniamo a intercettare i bisogni che vengono dal territorio, privilegiando i soggetti più deboli, gli anziani, i bambini, famiglie in situazione di bisogno».
«Siamo Banca del territorio», sottolinea Maino, evidenziando «l’attenzione e il sostegno puntato, negli ultimi 3 anni, sulla città metropolitana, a fianco del Pime, della Fondazione “Ca’ Granda”, dell’Istituto dei Tumori, del Comune di Milano, del Banco alimentare per la diffusione di hub per ridistribuire le eccedenze di cibo». E, naturalmente a fianco di Unitalsi con il “Progetto ei Piccoli”, una casa intitolata a Fabrizio Frizzi, per cui migliaia di soci della banca hanno rinunciato al loro dono tradizionale natalizio, attraverso l’iniziativa “Il valore del dono Natale 2020”, per raccogliere risorse per il progetto». Struttura che nascerà – vi è già il via libera della Curia e della Sovrintendenza per iniziare i lavori – presso la Casa parrocchiale dell’antico Santuario della Madonna delle Grazie, nel quartiere milanese dell’Ortica.
«La malattia non guarda in faccia nessuno. Ci commuoviamo quando vediamo dei bimbi malati, ma dobbiamo stare vicini anche ai genitori e aiutarli. In questo momento un sorriso nell’accoglienza serve più che mai», conclude De Carli, annunciando il futuro pellegrinaggio a Lourdes con l’Arcivescovo previsto per il 21-24 settembre 2021.