Un documento frutto di «conversione» ed «esperimento politico di comunità che si costruisce giorno per giorno»
a cura di Agensir da Taranto
«Siamo tutti parte di un’unica umanità, ci riscopriamo parte di un’alleanza oltre le barriere, che ci invita a incontrarci in un “noi” più grande e più forte». Lo si legge nel “Manifesto dell’Alleanza” proposto dai giovani alla Settimana sociale, e materialmente “firmato” alla fine di una sessione di lavoro oggi a Taranto.
Il manifesto «non è un documento statico, ma un esperimento politico di comunità – vi si legge – che si costruisce giorno per giorno». L’alleanza è il frutto concreto della «conversione»: «Il nostro punto di riferimento è l’alleanza del creato di Noè, di Abramo e di Gesù; per questo ci sentiamo aperti a camminare con tutte le persone di buona volontà». Alla Settimana sociale dei cattolici di Taranto «abbiamo deciso di proporre un modello di condivisione, di cooperazione e discernimento collettivo che ci permetta insieme di rigenerare e condividere i rischi della transizione».
Il manifesto si configura come un messaggio di speranza «che si basa su impegni concreti di alleanze per la transizione ecologica, economica e sociale integrale, speranza e impegni che ci fanno riscoprire fratelli e sorelle».
Per il dopo-Taranto vengono proposte quattro «voci», “verbi dell’alleanza, che all’unisono mantengono viva la chiamata all’alleanza: seminare e dare testimonianza, continuando a lavorare sulle alleanze create; accompagnare e moltiplicare, promuovendo la nascita di nuove alleanze e svolgendo un ruolo di coordinamento e supporto; incontrare, accogliere e ascoltare, continuando a mantenere viva la rete di giovani; annunciare, promuovendo la partecipazione di altri giovani tramite iniziative puntuali nel tempo capaci di coinvolgere ed entusiasmare, dando visibilità al lavoro dell’alleanza».
Bassetti: «Abbiamo bisogno di chiedere perdono alla natura»
Nella mattinata di sabato nel rione Salinella di Taranto si è svolta la piantumazione di platani per la realizzazione di un parco verde in ricordo di bambini e bambine morte a causa della contaminazione dell’aria e dell’acqua. Un’opera immaginata dal comitato di quartiere che, grazie all’interesse del parroco e di monsignor Filippo Santoro e la collaborazione della Cei, presente con il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, e monsignor Stefano Russo, segretario generale. «Noi non vogliamo che questo diventi un monumento ai caduti, ma un’area vissuta» le parole dei rappresentanti del quartiere tarantino che hanno accolto i presenti, tra i quali il sindaco Rinaldo Melucci che, riferendosi all’opera, ha dichiarato: «Questa è la dimostrazione che le riflessioni che si stanno facendo, hanno una ricaduta nella qualità della vita delle persone». «Anche io ho lo stesso sogno di queste mamme: che crescano dei platani, degli alberi belli che diano ossigeno – le parole del cardinale Bassetti -, dare ossigeno vuol dire dare vita. Noi siamo figli che abbiamo tanto bisogno di chiedere perdono alla natura». «Indica un cambiamento di rotta – ha dichiarato monsignor Santoro -, un segno di speranza per tutti quanti noi».