Al convegno organizzato dalla Pastorale sociale e del lavoro in occasione del VII Incontro mondiale della famiglie presentate anche le esperienze concrete di due aziende

di Simona BRAMBILLA

Monsignor Eros Monti

«Per conciliare famiglia e lavoro noi cerchiamo sempre di mettere al centro la partecipazione dei lavoratori stessi in rapporto con l’azienda, per trovare insieme le corrette modalità per la conciliazione, che non sono standard, ma variano da situazione a situazione. Abbiamo deciso di invitare anche le istituzioni legate ai lavoratori e ai datori di lavoro, oltre che le parti sociali, perché è importante anche il loro ruolo nel favorire, per esempio, i servizi che possano entrare nella conciliazione famiglia-lavoro, oggi sempre più necessaria». Con queste parole don Walter Magnoni, responsabile del servizio per la Pastorale sociale e del lavoro, ha spiegato il significato del convegno “Famiglia e lavoro: la conciliazione è possibile?”, tenutosi sabato mattina a Palazzo Castiglioni.

È stata una mattinata ricca di interventi che hanno portato i presenti a ragionare su un tema oggi più che mai attuale. Come ha spiegato don Magnoni, infatti, nel nostro tempo il discorso riguardo la conciliazione famiglia-lavoro si fa più complicato a causa della globalizzazione: «È la globalizzazione il nuovo terreno su cui innestare tutte le grandi questioni sociali e quindi anche quelle concernenti il mondo del lavoro e dentro questa la conciliazione vita-lavoro, più complicata per esempio in presenza di processi di delocalizzazione».

Tema, questo della globalizzazione, ripreso e approfondito anche da Mauro Magatti, preside della facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha spiegato in particolare come la famiglia oggi sia sempre più messa da parte, in favore di un modello individualizzante sostenuto sia dal modello economico occidentale, sia dal comportamento sociale. «Siamo oggi in una fase storica in cui non si può dare per scontata la famiglia – ha rilevato -. La famiglia va inserita nel modello economico perché è un soggetto di valore. Occorre quindi ragionare sulle forme che rendono possibile questa alleanza in modo concreto, per esempio attraverso la messa in discussione degli attuali sistemi di welfare».

Al convegno sono stati inoltre presentati due accordi su conciliazione vita-lavoro che alcune aziende hanno stipulato con i dipendenti, in modo da raccontare la problematica e le sue possibili soluzioni, non solo attraverso le parole degli esperti, ma anche con l’esperienza intrapresa  realmente da alcuni lavoratori. Le aziende che si sono prestate a raccontare la loro vicenda sono la STMicroelectronics Srl, che ha stipulato un accordo rivolto all’interno dell’impresa, e la Continental Italia Spa, che ha invece cercato di coinvolgere anche il territorio circostante.

Il convegno è poi proseguito con una tavola rotonda, coordinata dalla giornalista di TeleNova Annamaria Braccini, a cui hanno preso parte esponenti delle istituzioni, dei sindacati e delle associazioni. In particolare hanno partecipato l’assessore regionale alle Politiche del lavoro Rossoni, l’assessore provinciale al Lavoro Del Nero, l’assessore comunale alle Politiche per il lavoro Tajani, il segretario generale della Fim Lombardia Alberta, la segretaria generale della Cisl Varese Tascone, la responsabile area lavoro e previdenza di Assolombardia Ballabio e il vicepresidente di Confcommercio Lombardia Stoppani.

«Il tema della conciliazione dei tempi della famiglia e del lavoro è certamente uno dei temi fondamentali della discussione, non solo perché ci stiamo avvicinando a Family 2012, ma perché è uno dei cardini su cui si gioca la capacità della famiglia di essere e rimanere ammortizzatore sociale. Credo che confrontarsi in questa tavola rotonda sia un modo per creare un tavolo di concertazione che possa essere virtuoso anche a livello locale», ha spiegato Braccini. Parole che vanno nella direzione indicata dal cardinale Scola nel suo Discorso alla città del 2011: al centro il soggetto lavoratore – inteso come persona – e non solo la finanza e le politiche fiscali.

Al convegno hanno portato i loro saluti anche monsignor Marco Ferrari, vescovo delegato per la Pastorale sociale delle Conferenza episcopale lombarda, e monsignor Eros Monti, vicario episcopale per la Vita sociale.

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