«Comprare o abbandonare il campo?» è il tema della Due Giorni degli incaricati di Pastorale giovanile della Zona I: tre sessioni su Zoom con Gianni Borsa e Claudia Alberico. Iscrizioni entro il 30 gennaio
La Pastorale giovanile della città di Milano (Zona I della Diocesi) rinnova la tradizionale proposta della Due Giorni annuale, estendendo l’invito non solo ai sacerdoti, ma anche alle religiose e ai religiosi e agli educatori laici stabilmente impegnati nella Pastorale giovanile. La situazione di quest’anno impedisce di trovarsi in forma residenziale, pertanto la Due Giorni si sposta online.
Nel suo Discorso alla città del 4 dicembre 2020 l’Arcivescovo ha richiamato la pagina del cap. 32 del libro di Geremia, nella quale il profeta – durante i giorni terribili dell’assedio di Gerusalemme – è invitato dal Signore a comprare un campo, come segno di speranza e di rinascita dopo i tempi della distruzione. In quest’anno segnato dal Covid-19, i campi degli oratori sono stati per lungo tempo forzatamente chiusi, si sono condivisi con tutti, in particolare con i ragazzi e i giovani, le fatiche, le paure, lo smarrimento.
Anche ora, nel perdurare della situazione di pandemia, emergono con preoccupazione i segnali di “emergenza educativa”. La domanda è: come poter continuare a educare anche oggi, in questa situazione di relazioni a distanza? Come far fronte alle fatiche che i ragazzi stanno manifestando? E, pensando al prossimo futuro, l’uscita da questa pandemia ci consegnerà l’irrilevanza dei nostri tradizionali ambienti educativi? Come resistere alla tentazione di “abbandonare il campo”?
L’intento della Due Giorni – in allegato il programma e le modalità di iscrizione – è quello di affrontare questi temi per offrire a ciascuno dei partecipanti uno spazio di condivisione del proprio vissuto e della propria esperienza, lasciandosi arricchire dal contributo di due esperti, Gianni Borsa e Claudia Alberico, che accompagneranno i lavori, introducendo il momento del confronto e rilanciando domande e prospettive. I punti di vista saranno principalmente due: uno sguardo rivolto agli operatori pastorali chiamati a “reinventarsi” nella nuova situazione, e uno sguardo sui ragazzi, principalmente preadolescenti e adolescenti, che più di tutti stanno patendo le conseguenze dell’isolamento.