Redazione
«Di casa aveva già parlato l’anno scorso l’Arcivescovo dicendo che non è un sogno, ma un incubo», ha commentato don Roberto Rondanini, parroco dei Santi Nazaro e Celso alla Barona. «Ha ripreso con forza anche il discorso degli anziani, anzi quest’anno ha sottolineato il fatto di tanti che muoiono in casa nella solitudine». Ma ciò che più ha colpito il sacerdote «è il coraggio con cui il cardinal Tettamanzi propone il dono di sé come dimensione offerta non solamente alla comunità cristiana, ma anche a quella civile». E questo «in un momento in cui sembra si voglia sottolineare con forza la laicità quasi come contrapposizione al messaggio della Chiesa». Si tratta di un’argomentazione condivisibile, ha aggiunto don Rondanini, «anche da chi non parte da una visione di fede, ma ha della società un’idea positiva».
Oltre ai temi delle sofferenze e delle difficoltà che vive oggi la gente, «c’è una sottolineatura forte ai rischi cui siamo esposti, per cui la città potrebbe non imboccare una via positiva». Per il sacerdote ambrosiano «è un passo avanti dire a tutti, non solo ai cristiani, che ci si può impegnare al dono di sé nei confronti degli altri per il bene comune». Da parte dell’Arcivescovo, ha ricordato don Rondanini, «c’è stata anche la denuncia di un bene comune parziale, potremmo dire delle lobby, l’invito forte al politico affinché si assuma le responsabilità. Bello anche il richiamo all’importanza del voto».