A un anno dalla beatificazione l’associazione legata al suo nome e le Comunità pastorali dei territorio in cui visse e operò hanno pubblicato il volume «Senza misure». Ne proponiamo la prefazione
di Claudio
BORGHI
Responsabile della Comunità pastorale Beato Mario Ciceri, Renate e Veduggio
Per gentile concessione dei curatori – il Gruppo “Amici di don Mario” con le Comunità pastorali di Renate, Veduggio e Sulbiate – pubblichiamo un estratto della prefazione del nuovo libro Senza misura (Edizioni EBS Print, 188 pagine), a un anno dalla beatificazione di don Mario Ciceri.
Man mano che mi addentro a conoscere un pochino di più la figura di don Mario Ciceri mi affiora alla mente un versetto contenuto in un Salmo che accompagnava il pellegrinaggio dei fedeli ebrei a Gerusalemme. Esso recita così: «Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente» (Sl 84,7). In una mirabile sintesi esprime quanto sia capace di fare colui che, proprio perché «abita nella casa di Dio», diventa poi capace di fare cose meravigliose quando attraversa la vita che condivide insieme con tutti gli altri.
La vicenda umana e ministeriale di don Mario, infatti, senza troppo rumore ed esposizione, è stata come recita il Salmo, un vero e proprio “passaggio” attraverso contesti che storicamente non sono stati del tutto positivi e radiosi. Ha vissuto infatti l’adolescenza in un contesto di povertà familiare e dentro una realtà sociale e civile segnate dalla Prima Grande guerra. Ha poi vissuto la parte centrale del suo ministero quando nel nostro Paese iniziava a farsi avanti la funesta realtà della ideologia fascista che tanti problemi – oltre che grande sofferenza – avrebbe creato a chi negli oratori e nei circoli giovanili legati all’Azione cattolica italiana, si impegnava a educare i giovani a ideali ben differenti da quelli propagandati dal regime. E infine, ha vissuto gli anni finali della sua esistenza attraversando tutto il tempo della Seconda guerra e morendo praticamente una manciata di giorni prima della fine di quella disgraziata avventura.
A ragione, pertanto, mi pare si possa applicare a questo beato quanto il salmista dice a proposito del fedele ebreo: «Ha attraversato la valle del pianto e l’ha cambiata in una sorgente!». Infatti, don Mario con la sua presenza costante, con le sue parole semplici, ma colme di speranza, con i gesti ordinari e insieme straordinari, con la sua azione educativa a favore dei ragazzi e dei giovani, con l’attenzione agli ammalati, con il contatto costante con i giovani al fronte per la guerra, ha fatto veri e propri miracoli compiuti “di passaggio” tra una situazione e l’altra in mezzo al buio di un’epoca anch’essa di transizione e di grandi trasformazioni come del resto lo è la nostra oggi.
E così don Mario, come tutti i santi davvero tali, è stato l’uomo dei miracoli. Sì, ma dei tanti miracoli compiuti nella ordinarietà e nella quotidianità “passando” in mezzo alle situazioni anche complesse invece di schivarle o ignorarle. Dei veri e propri miracoli compiuti e realizzati “passando” tutto trafelato con la sua bicicletta da una parte all’altra di quella sua Parrocchia che aveva comunque i confini ampi e grandi come quelli del suo cuore. Miracoli che si concretizzavano “passando” da una casa all’altra e da un impegno all’altro per svolgere al meglio il suo ministero sacerdotale.
Infine, da tutta la vicenda umana di don Mario, risulta anche pienamente evidente il segreto che ha reso possibile quel suo “passare” attraverso questo mondo tormentato secondo lo stile di Gesù operando miracoli. Quel pretino veduggese minuto e gracile fisicamente ha saputo infatti attraversare il tortuoso labirinto della Storia senza smarrimenti personali e diventando addirittura guida per molti altri compagni di viaggio (…)
Auguro pertanto che anche questo volume possa essere valido contributo perché chi lo legge possa trovare in questo semplice prete che ha operato miracoli scorrazzando con la sua bicicletta, un valido e positivo aiuto per il proprio cammino, sapendo che anche per noi oggi, il vero e grande miracolo, sarebbe ancora una volta, niente di meno che la santità.