Sacerdote della Fraternità di San Carlo, cappellano del Politecnico alla Bovisa, don Antonio Anastasio è morto di Covid a 59 anni. Ai funerali, celebrati da monsignor Camisasca, le parole di cordoglio dell’Arcivescovo e di don Carròn
I funerali di don Antonio Anastasio (detto Anas), incaricato della cappellania “Beato Contardo Ferrini” presso il Politecnico di Milano (Campus Bovisa), sono stati celebrati giovedì 11 marzo nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, presieduti da monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia.
Sacerdote della Fraternità dei missionari di San Carlo Borromeo, don Anastasio è scomparso a Milano il 9 marzo, dopo 68 giorni di lotta contro il Covid. Era nato nel quartiere degli Olmi (Municipio di Baggio) nel 1962. Il suo ultimo incarico è stato nella parrocchia di San Carlo alla Ca’ Granda, in un quartiere molto popolare dove svolgeva il suo ministero insieme ad altri quattro preti della Fraternità, anche loro colpiti dal virus. Don Antonio era conosciuto anche per la sua attività editoriale e musicale, come autore di poesie, racconti per adulti e bambini ma anche di canzoni.
Dopo due anni al Conservatorio studia Filosofia in Università cattolica, laureandosi nel 1987 per poi diventare sacerdote nel 1992 nella Fraternità. Qualche mese dopo parte per Grosseto: a lui l’allora vescovo Angelo Scola affida la parrocchia di Pian d’Alma – Punta Ala, mentre l’altro campo di impegno è con i giovani. Don Anas inizia l’insegnamento della religione al liceo scientifico “Marconi” di Grosseto e contribuisce alla nascita di Gioventù studentesca.
Per sette anni (dal 1996 al 2003) è a Roma come vicerettore e poi rettore del Seminario della Fraternità, presso il quale si era formato. La sua missione prosegue poi a Madrid dove per 10 anni è parroco di San Juan Bautista nel quartiere di Fuenlabrada. Qui fonda la «Casa de San Antonio», opera per i senza fissa dimora. Nel 2013 torna a Milano, dove il cardinale Scola gli affida la cappellania del Campus Bovisa del Politecnico e la parrocchia a Niguarda.
In occasione dei funerali di don Antonio, l’Arcivescovo, mons. Mario Delpini, ha inviato un messaggio: «Desidero condividere la preghiera di suffragio e di riconoscenza di coloro che hanno conosciuto, stimato, amato don Antonio Anastasio. La preghiera di molti l’ha accompagnato in questo lungo tempo di lotta contro la malattia implacabile che lo ha vinto infine. Don Antonio, però, non è finito. Questa preghiera corale che lo ha accompagnato ha rivelato quanto è stato amato, quale traccia profonda e grata ha lasciato nelle persone che hanno trovato in lui una parola affidabile per orientare il loro cammino e sentirsi sostenuti dalla forza di Dio che operava in lui. La preghiera corale l’accompagna ora mentre entra nella comunione dei santi, nella gloria di Dio. Don Antonio non è finito e nel mistero del suo calvario, come nella gloria del suo paradiso continua a incoraggiare il cammino, a benedire la vita, a contagiare con la gioia».
Ai funerali ha portato un saluto commosso anche don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e liberazione: «L’intensità del dolore non riesce a prevalere sulla gioia perché Anas ha raggiunto la pienezza che tutti attendiamo: Cristo. Vogliamo esprimere a Cristo e a voi tutta la nostra gratitudine per la consegna totale della sua vita a Cristo. È stato un dono per tutti noi aver visto fiorire in lui la grazia del carisma di don Giussani che ci ha presi tutti».