Bilancio del percorso formativo “Da sogno a segno”, che ha fatto registrare significativi risultati in termini di partecipazione, coinvolgimento e riflessione. La prospettiva di un allargamento ad altre Zone pastorali
Aiutare a cercare buone pratiche per una diaconia che sa vivere e coltivare legami buoni, luogo di condivisione pastorale tra tutti i suoi membri, ciascuno con il suo diverso ruolo e ministero. Questo l’obiettivo del percorso formativo «Diaconia da sogno a segno» proposto alle Comunità pastorali della Zona pastorale V – Monza e che si è svolto presso il Centro pastorale ambrosiano a Seveso, alla presenza del Vicario episcopale, monsignor Patrizio Garascia.
Sono stati coinvolti in modo diretto presbiteri, diaconi, Consacrate, laici, in una dinamica partecipativa, attraverso un esercizio di corresponsabilità basato su un ricco confronto nato da idee ed esperienze concrete. Si è partiti dalla consapevolezza che una diaconia dove si vivono buone relazioni al suo interno e con tutti gli organismi di partecipazione, con la Diocesi e con il territorio, contribuisce a un volto di Chiesa attrattivo e coinvolgente, educa le persone a vivere una vera fraternità.
In due dei quattro incontri del percorso è stato utilizzato il metodo laboratoriale e dopo ogni appuntamento la diaconia è stata invitata a riprendere, al suo interno, le sollecitazioni offerte perché potessero diventare occasioni di dialogo e di confronto costruttivo. I questionari distribuiti a fine percorso hanno permesso di evidenziare positività e criticità dell’iniziativa e la lettura dei dati elaborati può essere significativa per la progettazione di un possibile percorso futuro. Molto apprezzate sono risultate le relazioni frontali, considerate di alta qualità; fondamentale è stata la presenza, all’interno del gruppo, di persone coinvolte nel territorio; importante è stato il ruolo dei laici di Azione cattolica.
L’incontro finale dei responsabili delle Comunità pastorali con il Vicario episcopale e cinque componenti del gruppo di lavoro che ha guidato il percorso – allo scopo di verificare il cammino svolto dalle diaconie della Zona V – ha sollecitato a guardare al futuro individuando alcuni nodi su cui porre particolare attenzione. Innanzitutto, il percorso è stato apprezzato e ritenuto prezioso e indispensabile, e i temi affrontati sono stati considerati positivi e rispondenti a bisogni concreti. «Occorre però insistere maggiormente sul rapporto diaconia-consiglio pastorale, sulla regola spirituale e affrontare anche il tema della gestione del conflitto – si legge nella relazione finale del percorso attuato nell’anno pastorale 2015-2016 (in allegato) -. È parso indispensabile allargare i confini della diaconia ai laici: sono ancora poco sviluppate le potenzialità del mondo laicale. È emersa la necessità di scrutare modelli diversi di diaconia in forma testimoniale per giungere ad avere punti fermi da tutti condivisi. In tal modo le diaconie verrebbero aiutate a chiarire la loro identità mantenendo ciascuna la propria parte di originalità. Il testo dell’Evangelii Gaudium potrebbe essere punto di riferimento da approfondire per trovare linee condivise a livello sia ecclesiologico sia spirituale. Appare fondamentale curare in modo permanente la formazione della diaconia, parallelamente alla formazione costante del clero».
Il cammino di accompagnamento delle diaconie avviato in Zona V proseguirà con un momento comunitario già fissato per il prossimo 19 novembre e successivi momenti di lavoro a livello decanale.