L’Arcivescovo ha visitato, nello stesso giorno, diversi oratori, tra cui quello, a Gessate, della Comunità Pastorale Divina Misericordia. «Non siamo ingenui, vediamo il male del mondo, ma non bisogna cedere all’indifferenza e allo scoraggiamento»

di Annamaria Braccini

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Sono arrivati alla conclusione della loro esperienza “Summerlife” e non potevano terminare in modo migliore. Infatti, accolto da circa 45 ragazzi – seguiti secondo le norme prescritte, da adulti e animatori – e dal grande cartello “Benvenuto vescovo Mario” è arrivato proprio l’Arcivescovo. Anche lui, sottoposto, come tutti, ai “riti” ormai consueti ai tempi della pandemia: misurazione della temperatura corporea e igienizzazione delle mani, prima di entrare, a Gessate, negli spazi all’aperto dell’oratorio della Comunità Pastorale “Divina Misericordia”, che comprende anche Cambiago e Bellinzago Lombardo.
La proposta estiva, partita il 15 giugno scorso con le Messe a cui hanno partecipato dai bimbi ai ragazzi ed educatori, dai genitori ai nonni, “Summerlife”, ha visto, in tre scaglioni settimanali, la presenza di circa 145 bimbi e ragazzi di Elementari e Medie (comunque il 10% dei 1048 dell’anno scorso), con una ventina di giovani volontari, tra cui alcuni universitari, 2 suore e circa 35 persone impegnate in diversi ruoli. Non molte, come è ovvio, le attività offerte fuori dall’oratorio e che comunque, hanno visto gite in bicicletta sui navigli e qualche visita in piscina.
Ad accogliere il vescovo Mario, il responsabile della CP, don Matteo Galli, il responsabile della pastorale giovanile, don Paolo Ettori, don Enzo Locatelli, già parroco a lungo di Gessate, il sindaco Lucia Mantegazza, i Carabinieri.
Sul campo tutto pronto, ma ci si è messa anche la pioggia e allora, l’incontro si svolge nella graziosissima cappella dell’Addolorata – contigua agli spazi oratoriani – di origine seicentesca, l’antica parrocchiale di Gessate. Seduti semplicemente a semicerchio, per terra, attorno all’Arcivescovo (cui viene donata anche una borraccia delle 2000 che avrebbero dovuto essere utilizzate durante l’oratorio feriale “normale”), le parole sono semplici, ma vanno dritte al cuore.
«Nei primi anni di sacerdozio in estate e il sabato e la domenica andavo come giovane prete a Cambiago e sono stato, poi, invitato più volte in questi paesi», dice il Vescovo, esprimendo anche un secondo motivo di gratitudine, «per quello che vedo adesso: voi»
E, ancora, «Sono contento di vedere anche la collaborazione e la presenza qui delle suore, dei preti, del sindaco, dei carabinieri e dei volontari. La gente è qui svolgendo diversi compiti e tempi di impegno, ma insieme. Possiamo risolvere i problemi, aiutandoci gli uni con gli altri».
«Dunque, un motivo storico, un apprezzamento delle alleanze e un motivo di preghiera per aiutarci a incontrare il Signore, secondo l’etimologia latina della parola oratorio che è “orare” ossia pregare».
Il riferimento è anche all’immaginetta distribuita ai ragazzi che riproduce un’opera di Nicola De Maria. «Ho scelto questo disegno perché contiene il messaggio di un grande cielo in cui c’è una festa – significata dalle girandole colorate – che illumina anche la terra. In cielo e sulla terra c’è la gloria di Dio. Non è una bacchetta magica, che trasforma il deserto in un paese dei balocchi, ma è l’amore che rende capaci di amare. Dovunque c’è un uomo o una donna, vi è una persona che è amata e, per questo, diventa capace di amare. Invece dell’indifferenza, dell’insofferenza, dello scoraggiamento, di fronte a chi si lamenta, chiedetevi chi potete rendere contento ogni giorno. La preghiera che è sul retro dell’immaginetta indica le tre domande più importanti della vita: Cosa vuol dire vivere? Chi è Dio e chi sono io? Vi chiedo di recitarla, magari tutti i giorni, ma soprattutto ogni giovedì»
Alla fine, dopo un corale “Padre Nostro” e la benedizione, si dice la preghiera dell’“Angelo di Dio”. Il pensiero non può che andare alla recentissima tragedia dei gemellini di 12 anni, Elena e Diego, uccisi dal padre, poi suicidatosi e che proprio a Gessate abitavano. A tutti i ragazzi e ragazze loro concittadini l’Arcivescovo aveva inviato, il 29 giugno scorso, un messaggio, invitando ad ascoltare gli angeli, tra cui «adesso ci sono anche Elena e Diego».

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