Questi posti si aggiungono ai 781 già messi a disposizione. Il cardinale Scola: «Invito le parrocchie a ospitare. Domando però un passo in avanti sulle leggi e le regole che normano questa accoglienza per rendere sempre più dignitosa questa ospitalità»
Per accogliere i profughi e i migranti che giungono in Italia e in particolare a Milano la Diocesi di Milano mette a disposizione altri 6 immobili tra case e strutture per un totale di 130 posti supplementari, che vanno dunque a incrementare quelli già resi disponibili in passato. E l’Arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, chiede alle parrocchie di mettere a disposizione anche piccoli spazi per l’accoglienza diffusa. Sarà poi Caritas Ambrosiana a organizzare e gestire questa accoglienza.
L’Arcivescovo ha formulato l’invito all’accoglienza oggi, intervenendo all’Assemblea dei Decani svoltasi al Seminario di Venegono. Ecco l’appello del cardinale Scola: «Invito le parrocchie della Diocesi a verificare la possibilità di mettere a disposizione temporaneamente spazi, anche piccoli, per accogliere i migranti che sono giunti o stanno arrivando in Italia e in particolare a Milano. Caritas Ambrosiana si farà carico di tutte le responsabilità e della gestione concreta di questa accoglienza, sgravando le parrocchie. Alle comunità è chiesto di lasciarsi provocare dai bisogni di questi nostri fratelli migranti: questi gesti di generosità sono occasioni preziose per esprimere nella pratica la dimensione culturale della fede che ci chiede di esprimere, in ogni gesto della nostra esistenza, gli stessi sentimenti di Cristo. Ringrazio chi già si è attivato in questi mesi. La Diocesi, oltre a quelle già messe a disposizione in passato, ha trovato in questi giorni altre strutture che oggi dedica a questa emergenza. Per gestire l’accoglienza dei profughi e dei migranti sono imprescindibili la collaborazione e il dialogo con le Istituzioni civili. Domando però un passo in avanti sulle leggi e le regole che normano questa accoglienza, per rendere sempre più dignitosa e costruttiva la loro permanenza nelle nostre realtà. Perché i tempi per il rilascio dei documenti dovuti sono spesso così lunghi? Perché non si può permettere che i migranti ospiti, su base volontaria, possano partecipare con il loro lavoro alla esigenze della comunità? Così questo sforzo per l’accoglienza e le riflessioni serie che entro le comunità cristiane e la società civile nasceranno saranno occasione di educazione nella fede e di edificazione di vita buona».
Gli ospiti che verranno accolti nelle strutture della Diocesi già individuate e in quelle che reperiranno i parroci saranno i migranti richiedenti asilo che, secondo le leggi dello Stato italiano, hanno il diritto di soggiornare nel nostro Paese fino a quando la loro richiesta di protezione non viene esaminata. I progetti di accoglienza dureranno 24 mesi, salvo la possibilità di una proroga in caso di volontà concorde di tutte le parti o di interrompere prima del termine l’esperienza per sopraggiunte necessità.
Secondo questa proposta le parrocchie metteranno a disposizione gli spazi e coinvolgeranno i fedeli e gli abitanti del quartiere in alcune attività di volontariato a favore degli ospiti, così da creare un clima di amicizia e di dialogo. Caritas Ambrosiana, attraverso gli operatori professionali delle sue cooperative, si farà carico di tutti gli aspetti amministrativi e burocratici previsti dai protocolli con le Prefetture: la rendicontazione delle presenze quotidiane, l’orientamento giuridico legale, la fornitura di vitto e vestiario, l’insegnamento della lingua italiana, l’avvio di percorsi di inserimento.
I nuovi progetti di accoglienza diffusa si aggiungeranno a quelli già in corso. Al momento sono 28 i centri di accoglienza in tutta la Diocesi, gestiti dalle cooperative di Caritas Ambrosiana in convenzione con le Prefetture, per un numero complessivo di 456 posti. Inoltre sempre le cooperative di Caritas Ambrosiana operano in collaborazione con i Comuni e il Ministero dell’Interno, nel cosiddetto sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). All’interno di questo sistema sono 18 le strutture per un numero complessivo di 325 posti.