È diventata realtà l’idea di don Antonio Colombo: l’impianto per la cura dei contagiati da Covid-19 è ormai pronto a entrare in funzione
Don Antonio Colombo, già parroco a Greco e da anni missionario in Sud America (oggi a Huacho, in Perù), ha vinto un’altra delle sue battaglie: l’impianto per la produzione di ossigeno medicale necessario per la cura dei contagiati da Covid-19 è ormai pronto a entrare in funzione in un’ala dell’ospedale di Huacho. L’idea a don Antonio era venuta nel maggio scorso quando si è reso conto che l’ossigeno in quella parte di Sud del mondo cominciava a essere sempre più raro, prezioso e costoso: le fabbriche che lo producevano non riuscivano ad accontentare tutte le richieste e i malati morivano. Bussando a mille porte, anche a quelle italiane (il quartiere milanese di Greco ha risposto generosamente) e spingendo la curia locale e così a fine luglio il vescovo che si era fatto promotore della campagna, ha potuto chiudere la raccolta e iniziare la costruzione. La fabbrica è pronta e potrebbe essere inaugurata ufficialmente in queste settimane. Arriva la primavera in Perù il 23 settembre e rinasce la speranza, anche perché il Covid ha rallentato un po’. Si sbloccano gli aeroporti e le navi attraccano al porto. Il 7 ottobre arriva il generatore dalla Slovacchia con un volo via Amsterdam. Tre giorni dopo don Antonio va a fare un sopralluogo ai lavori in corso all’Ospedale. «Passo con mascherina e protettore facciale a fianco della zona rossa del Covid», scrive don Antonio. «Prego e tremo pensando a quanti stanno soffrendo. Ma il cuore si allarga quando entro nel locale dove stanno sistemando i 7 apparecchi che catturano l’aria, la separano, la modificano e trasformano in ossigeno per tanti polmoni affaticati. È arrivata l’ora di comperare lo champagne per l’inaugurazione».