«Un uomo innamorato del Signore, che annuncia il Vangelo con una passione che affascina e interroga»: così Paola Veronelli, componente del Consiglio pastorale all’epoca in cui Raimondi era parroco
di Annamaria
BRACCINI
«Quando è arrivato, nel 2008, questo giovane parroco ha affascinato subito tutti, perché ha fatto capire quanto sia un uomo innamorato del Signore, tant’è vero che mi ha fatto pensare tra me e me: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”». A dire così del vescovo monsignor Luca Raimondi – don Luca -, è Paola Veronelli, già componente del Consiglio pastorale della Cp «Regina degli Apostoli» di Bernareggio, «da lui creata con fatica e parecchio lavoro, nell’arco di dieci anni», aggiunge.
Che ricordo avete del neovescovo?
Sicuramente ha il dono di annunciare la gioia del Vangelo con una passione che affascina e che interroga. Nelle sue omelie si è sempre messo dalla parte del peccatore perdonato, ricordando che, come cristiani, dobbiamo essere credibili, più che credenti. Un cristiano “credibile” che deve uscire dalla Chiesa ed esserlo per le strade. Io facevo parte del Consiglio pastorale e sempre con grande carisma ha proposto e mai imposto le varie iniziative. Nelle sue proposte ci faceva intravedere una bellezza che ci spronava ad attuarle anche se non sapevamo dove voleva condurci. Ricordo, per esempio, la creazione di un gruppo di ben 60 laici incaricati di portare gli auguri della Comunità in occasione del Natale.
Un’esperienza nuova?
Sì, e si è rivelata bellissima, essendo un aiuto ai sacerdoti e, allo stesso tempo, un arricchimento personale, perché spingeva ciascuno a entrare in relazione con le persone, anche al di là della preghiera che avveniva in quel momento. Questo comunque e sempre, anche se la famiglia visitata magari era musulmana, perché non sapevamo chi avremmo incontrato nelle vie che ci venivano assegnate. Ovunque vi era sempre un’accoglienza e un sorriso che sono proseguiti nel tempo.