Anche un gesto simbolico nel momento di preghiera che lunedì 11 aprile vede le confessioni aderenti al Consiglio delle Chiese cristiane di Milano riunite presso la chiesa di Santa Maria della Vittoria (con diretta streaming che potrebbe arrivare anche in Russia). Lo presenta il responsabile del Servizio diocesano Roberto Pagani
di Annamaria
Braccini
Una preghiera ecumenica per chiedere con una sola voce la pace. È quella che si svolgerà lunedì 11 aprile, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria (via De Amicis 11), dove i partecipanti arriveranno dopo aver compiuto insieme un cammino, a partire dalle 18, dalla Basilica di Sant’Eustorgio (leggi qui la presentazione). «Si tratta di un evento pubblico promosso dal Consiglio delle Chiese cristiane di Milano, con il supporto dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, condiviso da tutte le confessioni aderenti per invocare la pace nel mondo e, soprattutto in questo momento, in Ucraina», sottolinea il diacono permanente Roberto Pagani, responsabile del Servizio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo.
Sarà presente l’Arcivescovo?
Certamente. Tiene molto a partecipare a questo momento, per testimoniare ancora una volta la sua vicinanza alle persone che soffrono per la guerra.
Come si articolerà la preghiera?
Giunti nella chiesa di Santa Maria della Vittoria – oggi parrocchia dello Spirito Santo, affidata da molti anni alla Comunità ortodossa romena -, si ascolterà la Parola di Dio, secondo la triplice scansione delle celebrazioni cattoliche, con una lettura tratta dall’Antico Testamento, l’Epistola e la pagina evangelica. Al termine di ciascuna lettura vi sarà una breve riflessione da parte di uno dei ministri appartenenti, rispettivamente, al mondo protestante, ortodosso e cattolico. Inoltre ogni lettura sarà accompagnata dalle intercessioni e da una preghiera di invocazione della pace: in tale contesto prenderà la parola anche l’Arcivescovo, che interverrà per primo commentando il brano di Giobbe. Come scrive il Consiglio, «sarà questa l’occasione per mostrarsi pubblicamente e congiuntamente vicini nella preghiera al dolore per le vittime civili e militari delle parti in conflitto e alle loro famiglie, consapevoli che nulla è perduto con la ricerca quotidiana e a volte faticosa della pace, tutto lo è sicuramente e per sempre, invece, con la guerra. Uniti in preghiera alle Chiese cristiane che invocano la pace, presenti in quei territori, chiederemo a Dio che gli uomini e le donne ritornino a comprendersi nel rispetto dei reciproci diritti, oggi così duramente calpestati».
Sono previsti gesti simbolici?
Sì, uno è molto significativo e indicherà il compito a cui tutti i cristiani sono chiamati in questo snodo storico drammatico: un vaso diviso in tanti frammenti verrà gradualmente ricomposto fino a tornare integro. È un segno che richiama il compito di ricostruire relazioni, guardando anche oltre il presente immediato, con il suo carico di sofferenze e di rabbia. Come cristiani operatori di pace abbiamo il dovere di vivere tale riconciliazione.
Parteciperanno anche fedeli appartenenti al Patriarcato di Mosca?
Senza dubbio, anche se bisogna notare che la quasi totalità di questi fedeli, a Milano, sono di nazionalità ucraina, e vivono quindi una lacerazione interiore profonda, tra l’appartenenza ecclesiale e quella etnica. La loro è una grande prova di coraggio e di purificazione profonda, alla quale occorre guardare con molto rispetto e ammirazione.
Si potrà prendere parte all’appuntamento anche da remoto?
Sì. Interessante è anche il fatto che l’Ucid si sia incaricata di rendere possibile la trasmissione in diretta streaming dell’intero evento sul proprio network europeo, fruibile quindi su grandi schermi posti in alcune piazze di diversi Paesi. Si pensa addirittura, che, passando dalla Polonia, si possa fare arrivare il segnale in differita anche in Russia.