Servizi aperti con nuove modalità. Gualzetti: «Niente allarmismo, ma senso di responsabilità per tutelare i soggetti più fragili e i volontari»
In ottemperanza all’ordinanza emanata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di concerto con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, e secondo le indicazioni ricevute dalla Curia milanese in merito all’emergenza epidemiologica da CODIV-19, Caritas Ambrosiana ha suggerito di tenere aperti i servizi seguendo nuove modalità che hanno lo scopo di tutelare tanto gli assistiti quanto gli operatori e volontari, mantenendo ferma l’attenzione agli ultimi.
In seguito a questa decisione ha diffuso oggi ai volontari e operatori delle caritas territoriali queste indicazioni:
– i centri di ascolto nelle parrocchie e gli sportelli restino aperti, ma evitando assembramenti con ricevimento su appuntamento;
– le mense continuino a funzionare distribuendo il cibo attraverso sacchetti evitando di consumare il pasto nelle strutture;
– le accoglienze residenziali e/o notturne restino aperte e, ove possibile, estendano il servizio durante la giornata, avvalendosi delle figure mediche presenti in grado di fare da filtro all’ingresso;
– empori e botteghe solidali distribuiscano le spese su appuntamento con le singole famiglie inviate;
– vengano sospese le attività di doposcuola e le scuole di italiano.
«In questo momento difficile, siamo chiamati ad agire con un ancora maggiore senso di responsabilità – dichiara Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -. Le decisioni che abbiamo preso di concerto con la Curia a seguito alle ordinanze delle autorità pubbliche intendono evitare la creazione di assembramenti che possono favorire il contagio e al tempo stesso assicurare l’assistenza necessaria ai soggetti socialmente più deboli. Mentre invitiamo volontari e operatori ad attenersi scrupolosamente a queste indizioni estendiamo a loro e a tutta la popolazione l’invito del nostro Arcivescovo ad evitare allarmismo e rassegnazione, coltivando invece prudenza e senso del limite. Occorre evitare che gli effetti di questa situazione di emergenza ricadono fatalmente sui più deboli, a cui non deve venir meno la prossimità degli operatori, dei volontari e delle comunità tutte».