Il saluto dell'Arcivescovo a «In questa notte splendida», a cui hanno partecipato 500 giovanissimi cantori. «È un albero che non cresce da solo, servono uomini e donne che amano la concordia e il dialogo», ha sottolineato in un'intervista
di Annamaria
BRACCINI
I bambini, la gente che si affolla in un luogo simbolo come il sagrato del Duomo, i 500 cantori provenienti da diverse parti di Milano e della Lombardia, tutti riuniti per chiedere, insieme all’Arcivescovo, il dono della pace.
La 16esima edizione della fortunata iniziativa «In questa notte splendida» – nata nel 2007 in una cappella alla periferia di Milano, manifestazione sostenuta dalla Fondazione Eris Onlus e dal canale Web “Suonate le campane”, con patrocinio del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo e realizzata anche grazie a soggetti privati, con l’adesione di Cdo Opere Educative – è stata questo: un momento di preghiera e di augurio, ma quest’anno soprattutto di invocazione accorata perché si cessi di odiare e di combattere, rispettando la dignità di ogni persona, specie dei più deboli e dei piccoli: fratellini e sorelline – le prime vittime di conflitti spesso dimenticati in tante zone del mondo – dei bimbi che, con i loro cappellini e le sciarpe rosse natalizie, ascoltano in silenzio. Tra un canto natalizio e l’altro – eseguiti al meglio da oltre 20 cori (con la direzione artistica di Walter Muto e Benedetta Castelli) – a loro si rivolge infatti l’Arcivescovo, accolto sul sagrato da Fulvio Matone, coordinatore dell’evento.
«La pace si deve chiedere e costruire – scandisce subito -. Bambini, vi do l’incarico di far crescere l’ulivo che è simbolo della pace». Ma cosa occorre per farlo crescere? Immediata la risposta, con parole semplici, rivolte anche agli adulti come una consegna sintetizzabile in tre parole: «Luce, vigilanza, tempo». «Una pianta, per restare viva, ha bisogno della luce, del sole e di essere difesa dai parassiti che sono la cattiveria, la pigrizia, l’indifferenza, le parole aggressive. E poi ci vuole la pazienza, perché occorre dedicare tempo all’ulivo e, quindi, alla pace. Durante tutto il prossimo anno, guardate se l’ulivo cresce e pregate per la pace».
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