Presso la parrocchia San Francesco d’Assisi, nell’allestimento di Caritas Ambrosiana “Extrema ratio”, visitabile una cella simile a quelle degli istituti di pena. Il 5 ottobre adorazione eucaristica e rosario per tutta la “popolazione” carceraria

di Luisa BOVE

carcere

Dicono che i rumori del carcere non si scordano più. Che il suono delle sbarre che si chiudono alle spalle resti dentro. Cosa succede quando si entra in un luogo di detenzione? Che cosa si prova? Come si vive da reclusi? Per rispondere a queste domande e “mettersi nei panni” delle persone detenute dal 30 settembre al 7 ottobre la parrocchia San Francesco d’Assisi al Fopponino a Milano (piazzale Aquileia angolo via San Michele del Carso) rende visitabile una cella ricostruita del tutto simile a quelle che si trovano a San Vittore e in tutti gli istituti di pena italiani.

«È un allestimento della Caritas Ambrosiana dal titolo “Extrema ratio” – dicono gli organizzatori -, che ospitiamo per compiere un altro passo del percorso intrapreso dalla nostra comunità parrocchiale per avvicinarci al nostro prossimo, cioè alle persone detenute a San Vittore. L’esperienza di una detenzione temporanea, di pochi minuti, ci permetterà di vivere sulla nostra pelle la condizione di chi si trova dietro alle sbarre. Saranno le testimonianze, le voci, di chi è detenuto a San Vittore ad accompagnarci».

Dal 2018 al 2020 la parrocchia si è impegnata in un percorso di conoscenza sulla realtà del carcere, di preghiera e solidarietà concreta. In particolare un gruppo dedicato ha incontrato nei mesi scorsi il cappellano, il direttore, un ex detenuto, volontari penitenziari… L’esperienza della cella si inserisce dunque in questo progetto.

Non è solo un’esperienza che aiuta a superare i pregiudizi a conoscere meglio la realtà del carcere o del sovraffollamento dei penitenziari, ma è anche un’occasione di fede. Venerdì 5 ottobre, infatti, nel cortile del Fopponino, «ci alterneremo nell’adorazione eucaristica, nella recita del rosario e della preghiera per i detenuti, gli agenti, le persone che operano nel carcere e le vittime di reati». Ecco l’invito al pubblico: «Vi aspettiamo nella cella “dentro” al Fopponino, per uscire “fuori” con lo sguardo rivolto a San Vittore!».

 

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