In Cattolica convegno che prende spunto da un volume curato da Reti della carità. Intervengono don Virginio Colmegna, Fabio Folgheraiter, Livia Pomodoro e Giuliano Pisapia; modera Maria Grazia Guida
La presentazione di Oltre la cultura dello scarto. Riflessioni su accoglienza, misericordia e carità, volume a cura di Maria Grazia Guida e Generoso Simeone (Edizioni Erickson, Trento, 2018), è al centro del convegno «Oltre la cultura dello “scarto”. La responsabilità di reagire» che Reti della carità, la Facoltà di Scienze politiche e sociali e i Corsi di laurea in Servizio sociale dell’Università Cattolica organizzano presso la sede milanese dell’ateneo (Sala Negri da Oleggio, largo Gemelli 1) mercoledì 16 gennaio a partire dalle 17.
Dopo il saluto di Guido Merzoni (preside della Facoltà di Scienze politiche e sociali), il convegno sarà introdotto da Maria Grazia Guida (presidente dell’Associazione Amici Casa della Carità), che modererà gli interventi di don Virginio Colmegna (presidente della Fondazione Casa della carità), Fabio Folgheraiter (Università Cattolica del Sacro Cuore), Livia Pomodoro (presidente del Milan Center For Food Law And Policy) e Giuliano Pisapia (avvocato, già sindaco di Milano).
Reti della carità è un insieme di realtà di ispirazione cristiana, e non solo, cui aderiscono anche singole persone, accomunate dall’esperienza tangibile e quotidiana della carità. Ha la caratteristica di essere una libera aggregazione non costituita, dove non ci sono particolari procedure di ammissione. Il modello organizzativo è caratterizzato dall’orizzontalità: niente strutture, organi dirigenti o cariche sociali.
Nata nel 2013 su impulso dell’associazione «Amici Casa della carità», l’attività principale di Reti della carità è riunire i propri aderenti in incontri periodici e itineranti per parlare di società, cultura, politica e fede in chiave di povertà, giustizia sociale e pace, avendo sempre come prospettiva l’idea di papa Francesco di una Chiesa come ospedale da campo, una Chiesa non ridotta a Ong, una Chiesa povera per i poveri con i poveri. Inoltre, dal 2016, a ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà (17 ottobre), Reti della carità propone un convegno pubblico di rilevanza nazionale: il primo si è tenuto a Bologna («Oltre le povertà»), il secondo a Roma («Perché accogliere, come accogliere»).
Il volume curato da Guida e Simeone propone gli interventi dei relatori ai due convegni, oltre a diversi contributi degli ospiti invitati agli incontri periodici e itineranti di Reti della carità, che si sono svolti tra il 2016 e il 2018. È strutturato in quattro parti. Nella prima si descrive il contesto del mondo contemporaneo, che ha generato la «cultura dello scarto». Tre le prospettive prese in considerazione: un’analisi geopolitica delle diseguaglianze (Romano Prodi), il diritto al cibo su scala globale (Livia Pomodoro), il fenomeno migratorio in Italia (Gian Carlo Perego).
La seconda parte si sofferma su quello che dovrebbe essere un modo cristiano di vivere contraddizioni e lacerazioni delle nostre società e cioè considerare i poveri, ovvero gli esclusi, gli indifesi, i deboli, gli emarginati, gli «Avanzi», alla stregua di un sacramento, come ha insegnato Gesù. Tre vescovi – Corrado Lorefice (Palermo), Matteo Maria Zuppi (Bologna) e Francesco Savino (Cassano allo Ionio) – conducono tra le pagine del Vangelo dove, semplice e disarmante, emerge la sacramentalità dei poveri.
La terza parte suggerisce un cammino, la rotta da intraprendere per riequilibrare diseguaglianze e ridurre sofferenze: è la strada dell’accoglienza, della misericordia e della carità. Chiara Francesca Lacchini, Ermes Ronchi, Giuliana Martirani e Adriana Valerio prendono spunto da pagine della Bibbia o del Vangelo per tracciare questo percorso, prima di tutto spirituale.
Infine, nella quarta parte vengono proposte idee e riflessioni, anche sul piano pratico, per ritrovare futuro e speranza. Virginio Colmegna esorta a cercare ispirazione nell’enciclica Laudato Si’; Giuseppe Savagnone parla di nuove cittadinanze etiche, sociali e politiche; Roberto Mancini si rivolge ai giovani per un’educazione alla pace e alla legalità; Marco Impagliazzo è testimone di buone pratiche di accoglienza a partire dall’esperienza dei corridoi umanitari.